Il Fatto Quotidiano: “La pirateria uccide la Serie A! Balle, l’Italia è tra i Paesi più virtuosi dell’Unione europea”

L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” si sofferma sulla pirateria in serie A.

Immaginate di leggere o di sentir dire domani, sui giornali o in tv, che il governo della Svizzera ha dato il via a una campagna volta a combattere e stroncare una delle piaghe sociali più devastanti del Paese: la scarsa puntualità. Scarsa puntualità dei treni, degli aerei, dei mezzi di trasporto in genere e – perchè no? – anche degli orologi svizzeri. Non sareste stupiti? Immagino di sì. La puntualità svizzera, un valore primario per quella nazione, è assurta addirittura a frase fatta, a luogo comune. Sentir dire che la Svizzera ne è carente e che considera anzi quella sua virtù un vizio vi sbalordirebbe. Siete d’accordo? Ebbene: alzi la mano chi non è incappato almeno una volta, in questi anni, nella campagna contro la pirateria nel calcio lanciata in grande stile dalla Lega di Serie A.

Ovunque si parli di pallone, “la pirateria uccide il calcio” è lo slogan più letto e ascoltato, un tam tam, un martellamento. “Per la pirateria perdiamo un milione al giorno: negli ultimi tre anni il danno fatto al calcio è di oltre un miliardo”, è il grido di dolore che l’ad della Lega Luigi De Siervo non si stanca di ripetere a tutti gli uomini di buona volontà. Se il calcio italiano va male, se i conti non tornano, se i bilanci vanno a picco la colpa è del “pezzotto ”.

Cioè della pirateria. Che naturalmente esiste ed è una pratica illegale che è giusto scoraggiare e contrastare con ogni mezzo. E però, dato che nessun movimento calcistico è sceso sul piede di guerra contro questo fenomeno con la furia con cui lo sta facendo la Serie A italiana, a me è venuta la curiosità di andare a vedere com’è, in Europa, la situazione in materia: e sapete cosa ho scoperto? Ho scoperto che l’Italia, tra i 27 Paesi della Ue, in fatto di pirateria televisiva è –tenetevi forte – il secondo Paese più virtuoso. La pratica della visione illegale di partite di calcio, eventi sportivi e contenuti televisivi in genere (serie tv, film, musica ecc.), in Italia è la più bassa della Ue, seconda solo a quella della Germania.

È quanto emerge da una ricerca dell’Euipo (European Union Intellectual Property Office), nientemeno che l’organo della UE preposto alla tutela del copyright e alla lotta alla contraffazione. Secondo l’Euipo l’Italia è un Paese modello: è penultimo in Europa per accessi illegali mensili (per singolo utente di Internet). La Germania è il più virtuoso, con 7 accessi al mese, seguita appunto dall’Italia con 7,5 mentre i Paesi più “pirati” sono Estonia e Lituania con 25 accessi mensili seguiti dagli insospettabili Olanda, Austria, Franca e Finlandia. La media europea è di poco superiore ai 10 accessi mensili e ben 20 Paesi Ue su 27 sono sopra media. In quella terra di peccatori, l’Italia è una verginella.

Un altro dato importante che emerge dallo studio è che il 50% dei contenuti pirata consumati dagli utenti riguarda le serie tv; seguono i film, gli eventi sportivi e staccatissima la musica. E quindi, se in Italia gli individui che si sono resi protagonisti anche di una sola visione illegale sono 1,4 milioni, la metà lo ha fatto per vedere Stranger Things e La Casa di Carta, un numero minore per vedere D o n’t Look Up e Bird Box, un numero ancora minore per vedere Juventus-Inter e Napoli-Milan. Ancora: di questi 1,4 milioni di persone, 528 mila hanno un’età compresa tra i 16 e i 24 anni. Considerando che si ricorre al “pezzotto” in primo luogo per l’alto costo degli abbonamenti legali, pensare di trasformare questi ragazzi, studenti, disoccupati o lavoratori alle prime armi, in clienti da 50 euro al mese è – c om’è facile capire – pura follia.