Il doppio ex di Bari e Palermo Edgar Çani: «Vi dico la mia sui play-off»

L’attaccante Edgar Çani, con un passato tra le file sia di Palermo che Bari, conosce bene il campionato cadetto per esserne stato protagonista in diverse stagioni. L’attaccante, intervistato da la “Repubblica”, ha parlato della lotta play-off e ha dato una sua opinione. Di seguito le sue dichiarazioni:

“Lui sa come si fa. Edgar Çani era il centravanti del Bari della remuntada. Uno degli uomini simbolo di una squadra che riuscì ad andare oltre ogni ostacolo, sfiorando una promozione in A che avrebbe avuto del clamoroso. Le imprese dei biancorossi andarono di pari passo con la crescita di ogni singolo calciatore e proprio l’attaccante albanese, nel frattempo rientrato a casa per giocare con il Partizani Tirana (si è qualificato in Europa League), è stato l’esempio di quel Bari che sapeva affrontare ogni avversità, trasformandola in un punto a proprio favore. «È esattamente così. Più cercavano di mandarci giù, più noi reagivamo con rabbia e determinazione», sono le sue parole. «Il salto in A sarebbe stato il coronamento di una favola, ma è stato bello lo stesso viverla insieme con la gente di Bari».
Anche questi play-off cominceranno in salita per il Bari: questa penalizzazione sposta il preliminare dal San Nicola a Cittadella.
«Mi dispiace molto soprattutto per i tifosi, che si stavano preparando per riempire lo stadio. Nessuno più di loro avrebbe meritato le emozioni che soltanto gare così ti sanno regalare. Ma la squadra deve isolarsi dai problemi che vengono dall’esterno. In partite a eliminazione diretta ogni scoria nervosa può essere decisiva. Il Bari deve giocare a Cittadella come avrebbe fatto al San Nicola. Noi nel preliminare andammo a vincere 3-0 a Crotone».
Ci racconti quell’impresa.
«Nessuno avrebbe scommesso sulla nostra qualificazione ai playoff, con la società sull’orlo del fallimento. La nostra forza è stata quella di compattarci nelle difficoltà, eravamo davvero una famiglia. E ognuno di noi scendeva in campo come se fosse un tifoso del Bari».
A Crotone partivate sfavoriti.
«Loro giocavano un bel calcio e avevano ragazzi di grande talento a cominciare da Bernardeschi, attualmente alla Juventus. Li affrontammo con grande umiltà. Sapevamo che c’era da soffrire e all’inizio li abbiamo aspettati e controllati. Eravamo convinti che prima o poi sarebbe arrivato il momento giusto per colpirli e così è stato. Alla prima occasione Galano fece gol, poi è stato tutto più semplice. Eravamo lucidi e in fiducia».
Cittadella come Crotone?
«Dal punto di vista ambientale eravamo messi peggio noi, perché lo Scidda era stracolmo e i loro tifosi erano molto caldi. A Cittadella c’è un tifo meno infuocato. Il loro vantaggio sarà quello di non giocare davanti al gran pubblico del San Nicola, perché non sono abituati a situazioni di questo tipo. Ma il Bari non può avere paura di una partita così: sul piano individuale, Grosso ha tanti giocatori bravi. E chi scende in campo deve sapere che vincendo ci sarà almeno una gara da giocare in un San Nicola da serie A. Io quei giorni non li ho più dimenticati».
Fu fatale il Latina.
«Quanta sfortuna: 2-2 all’andata e identico risultato al ritorno, ma noi fuori in semifinale per il peggior piazzamento in classifica. Sul campo ci dimostrammo superiori, gli episodi ci danneggiarono non poco. Ma probabilmente pagammo lo sforzo di quel preliminare in più giocato rispetto ai nostri avversari: calammo nel finale sia all’andata sia ritorno. Questo Bari dovrà essere bravo a gestire le risorse fisiche e nervose. La squadra ha una rosa abbondante e con tanti giocatori bravi: può essere un grande vantaggio».
Che ricordo ha del Bari e della città?
«Una delle esperienze più belle sia sul piano umano sia dal punto di vista professionale. Ai giocatori attuali consiglierei di vivere i playoff come un’opportunità, non come uno stress. Non a tutti capita di giocare davanti a 50mila spettatori, come accadde a noi».
Scommetterebbe sul Bari?
«Ovviamente tifo per i biancorossi. Questa sarà una lotteria, occorre anche un pizzico di fortuna. Quella che mancò a noi per completare il capolavoro»”.