Il Chievo è morto. Ma può risorgere a breve. Follie di un calcio senza logica: pronto il risarcimento con la serie C

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sulla situazione paradossale del Chievo ormai morto ma pronto a risorgere.

Il Chievo è morto. Ma può risorgere a breve. Follie di un calcio senza logica. Non tanto sui campi da gioco quanto nelle aule dei tribunali. Quello scaligero ha decretato ufficialmente nei giorni scorsi il fallimento del Chievo. Atto finale di un storia lunga 93 anni, impreziosita da diciassette campionati di Serie A, di un preliminare di Champions League, di altre apparizioni in Europa, di uno scudetto Primavera, di giocatori passati alla corte del presidente Campedelli diventati campioni del mondo, di una delle più belle favole del calcio italiano.

Ma la partita non è finita però, tutt’altro. L’extra time del braccio di ferro tra il Chievo e la Federazione è legato alla sentenza del Consiglio di Stato. Il primo atto ha sorriso ai veneti. L’ultimo organo chiamato in causa ha infatti congelato l’ultimo provvedimento del Tar che non aveva fatto altro che ribadire l’esclusione del Chievo dalla Serie B e lo svincolo di tutti i giocatori come in tutti i precedenti gradi di giudizio a partire dal Tribunale Federale fino alla Corte d’Appello della Figc e il Collegio di Garanzia del Coni. Il successivo passaggio alla camera del Consiglio di Stato è stata rinviata dopo che i legali del Chievo hanno evidenziato che tre dei giudici fossero stati prima partecipi di precedenti sentenze contro il Chievo in altre sedi. Posizioni equivoche che hanno portato il presidente ad astenersi e due membri del collegio a rimettersi alla sua volontà.

Cruciale la prossima partita, una delle ultime carte che il Chievo ha nel taschino. Possibile anche, eventualmente, una trattativa con la Figc e l’ipotesi di riavere in cambio una categoria professionistica, più probabilmente la Serie C, rispetto al pagamento dell’intera cifra, 140 milioni, che i legali del presidente Campedelli chiederebbero. Nodo della contesa in casa Chievo la sentenza con la quale è stato disposto la decadenza del vincolo per i giocatori di proprietà della società. Non è tanto il titolo sportivo ma l’immediatezza con cui la Federazione ha svincolato tutti i giocatori di proprietà, svuotando di fatto di ogni ricchezza il sodalizio scaligero. Senza dimenticare la possibile rateizzazione del debito che al Chievo non è stato concesso. Anche perché nel documento del Consiglio di Stato non si fa mai riferimento a una possibile riammissione tra i cadetti ma ad una possibile azione risarcitoria. Una C come risarcimento e qualche milione di euro per mettere mano al mercato. Sempre che il Consiglio di Stato decida di accogliere le istanze della società veneta. Fallita. Ma pronta a risorgere.