Giornale di Sicilia: “Caccia al branco dello Zen che ha aiutato l’assassino”

Stordito da una bottigliata alla testa e poi finito con un colpo di pistola alla tempia. È la tragica fine di Paolo Taormina, vent’anni, ucciso nel suo pub nel cuore della movida palermitana. Come racconta Virgilio Fagone sul Giornale di Sicilia, a sparare sarebbe stato Gaetano Maranzano, 28 anni, pregiudicato dello Zen, che ha confessato l’omicidio.

L’atto d’accusa, firmato dai pm Ornella Di Rienzo e Maurizio Bonaccorso, e le indagini dei carabinieri ricostruiscono una notte di follia e violenza in via Spinuzza, a pochi metri dal Teatro Massimo. Testimonianze e immagini di videosorveglianza hanno permesso di ripercorrere le ultime drammatiche scene della rissa culminata nell’omicidio.

La rissa e il delitto

Secondo quanto riportato da Fagone sul Giornale di Sicilia, la lite sarebbe scoppiata intorno alle 2.50 di notte. Un gruppo di ragazzi, tra cui Maranzano, avrebbe aggredito un giovane a colpi di bottiglie di birra Heineken rotte. In quel momento Paolo Taormina, nel tentativo di sedare la rissa, sarebbe intervenuto dicendo: «Ragazzi, basta, non litigate, non c’è bisogno di fare così».

Pochi istanti dopo, uno degli aggressori lo ha colpito con una bottigliata alla nuca. Taormina è caduto a terra, stordito. Un altro componente del gruppo ha poi estratto una pistola nera e ha sparato. Il colpo lo ha raggiunto alla tempia, uccidendolo sul colpo.

Una testimone ha raccontato di aver visto tutta la scena: «Ho sentito un rumore forte, mi sono girata e l’ho visto a terra. Era già caduto dopo la bottigliata, ma pensavo si rialzasse».

La fuga e la cattura

Dopo il delitto, Maranzano e tre amici sono fuggiti a bordo di una Lancia Y intestata allo stesso killer. La loro corsa, come riferisce ancora Virgilio Fagone sul Giornale di Sicilia, è durata otto minuti: partiti da via Roma, hanno attraversato viale del Fante fino a Pallavicino, diretti verso lo Zen.

I carabinieri li hanno individuati poche ore dopo. Nella casa di Maranzano è stata trovata una pistola calibro 9 clandestina, con cui avrebbe sparato, e gli abiti indossati la notte del delitto. Le vistose collane d’oro mostrate sui social sono state rinvenute nell’abitazione di un amico, ora indagato.

Durante l’interrogatorio, assistito dagli avvocati Luca Monteleone e Rosanna Vella, Maranzano ha confessato, giustificando il gesto con presunti apprezzamenti di Taormina verso la sua fidanzata — una versione al vaglio degli inquirenti.

Le indagini e la caccia al branco

Maranzano si trova da domenica nel carcere di Pagliarelli, in attesa dell’udienza di convalida. Intanto prosegue la caccia ai suoi complici, gli altri giovani dello Zen coinvolti nella rissa e nella fuga.

Gli esami medici, come scrive Fagone sul Giornale di Sicilia, hanno confermato la presenza di un proiettile nel cranio della vittima. L’autopsia, eseguita ieri notte, ha accertato che Taormina è stato colpito prima da una bottigliata e poi da un colpo di pistola alla tempia.

Davanti al pub di famiglia, a pochi metri da via Spinuzza, i fiori e un cartello parlano da soli:
«Ergastolo per chi uccide».