Ghirelli sulle liste a 22: «In realtà sono a 25. Ecco perché è stata scelta questa norma»

Intervenuto ai microfoni di “TuttoC.com”, Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha parlato del nuovo regolamento su liste bloccate e minutaggi.

«Le critiche dell’AIC sulle liste a 22? Mi domando: qual è il merito? Noi abbiamo predisposto uno studio scientifico sul passato campionato. E ci siamo accorti che, su una media di 25 giocatori tesserati per squadra, in realtà scendono in campo 21,75 calciatori. Il resto della rosa gioca mezz’ora o un’ora complessiva in tutto il campionato. Oltre i 22 giocatori, insomma, non gioca quasi nessuno. Si inizia tardi, per i motivi che sappiamo, e si finisce presto, causa Europei. Le date, purtroppo, non si possono modificare. Detto questo, analizziamo nel dettaglio la norma: ogni rosa è composta da 22 giocatori ma, in realtà, si può cambiare un portiere e siamo a 23. Poi si può cambiare in corso d’opera anche un infortunato: e siamo a 24. Si può fare un contratto a un 2001 e si arriva a 25. Sostanzialmente non abbiamo tagliato niente, considerando poi che ogni squadra potrà tesserare, a campionato in corso, tutti i propri giovani del vivaio che vorrà, in modo che nessuno potrà portarglieli via in corso d’opera. Partiamo dal fatto che a votare le nuove norme sono state le stesse società di Lega Pro a stragrande maggioranza. Ci sono state poche astensioni, soprattutto tra i club neopromossi in B. Il motivo per cui è stata scelta questa norma è perché si risparmieranno 11 milioni di euro, non tesserando giocatori che non verrebbero utilizzati. Una scelta necessaria: quando sono andato dai ministri Gualtieri e Spadafora per chiedere il credito d’imposta e la Cassa integrazione, ho potuto dir loro che la Lega Pro sta tagliando i propri costi. Che credibilità avremmo nel chiedere risorse da inserire in Serie C se nel frattempo sperperiamo soldi? Se c’è la paura di tornare al passato, quando i giovani venivano utilizzati solo per far minutaggio e poi buttati via una volta over? Nessuno obbliga a schierare i giovani: se tu vuoi farli giocare, accedi al minutaggio, se non vuoi, niente minutaggio. In più se sei una società che ha 28 giocatori sotto contratto, puoi mantenerli. Il punto vero è che abbiamo proposto una valorizzazione dei giovani contenendo i costi. Forse ci si dimentica che in questi mesi c’è stata l’emergenza Covid-19. Se non contieni i costi saltano i club. Ripeto: non posso dire al ministro di rinviare il pagamento dei tributi e di darmi la Cassa integrazione altrimenti muoio e poi butto via 11 milioni di euro. E ricordiamoci che i lavoratori sono anche quelli giovani, questo è bene ricordarselo. È stato il provvedimento più complicato di questi anni, perché è normale che in sede di discussione vengano fuori le differenze tra società che hanno storie, blasoni e disponibilità differenti. Questo allo stesso tempo è il bello e il brutto della Serie C».