Ghirelli: «La Serie C ora è agguerrita. Scopriremo chi…»

Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha parlato durante “TMW Radio“, Ecco le sue parole: «C’è un prima del 20 maggio (Consiglio Federale, ndr) e un dopo. Prima c’è stata l’assemblea della Lega Pro del 7 maggio, e non ho cambiato idea sul percorso compiuto, ma ho preso atto che non avendo ricevuto i voti necessari, la nostra proposta è caduta in minoranza e il Consiglio Federale ha preso un’altra strada. Si sono confrontate due linee: quella poi prevalsa è stata di dover tornare in campo in qualche modo e determinare i risultati del campionato col merito sportivo. La nostra proposta era quella di premiare chi fino al momento dello stop si trovava in vantaggio, senza far pagare un prezzo a coloro i quali retrocedevano, e che quindi si dovesse fare un anno di transizione, senza chiudere alle promozioni dalla Serie D. Abbiamo pagato un eccesso di onestà intellettuale quando abbiamo detto di voler proporre al Consiglio Federale la questione del blocco dei ripescaggi. Per come sono fatto io, e non mi auguro di ritrovarmi di nuovo in questa situazione, non ho voluto fare il furbo, forse sarebbe stato meglio aspettare un attimo. Riforma? Vado con l’accetta, per semplificare. Chi dice di tagliare il numero delle squadre non conosce il calcio: cinque anni fa siamo passati, da soli, da novanta a sessanta club. Non abbiamo risolto molto, come si può ben vedere. Mi preoccupa chi parla di numeri, perché bluffa per nascondere la sostanza dietro al fumo. Come dimostrato in questi anni, abbiamo bisogno di una riforma dell’intero sistema calcio. Perché la A non è competitiva col resto d’Europa? Perché la B ha problemi di bilanci? Perché la C non è sostenibile e spesso i giocatori preferiscono andare in D piuttosto? Torniamo a pensare a qual è la mission di ognuno di noi, a stabilire le regole e capire la sostenibilità economico del progetto. Quando si aprirà quel tavolo, chi ha bluffato sulla partita B1, B2 sullo scomporre la C e gli è esplosa in mano, su quel tavolo si troverà una Serie C agguerrita. Perché abbiamo bisogno delle riforme, per mantenere l’identità. Credo che lo capiremo quando, come detto Gravina, nelle prossime settimane si aprirà il tavolo delle riforme. Presenteremo il nostro progetto, una delle regole più innovative del calcio italiano è stata la riammissione dei club virtuosi: voglio vedere chi si batterà contro di queste al prossimo Consiglio Federale, e chi lo farà è perché difende il vecchio regime, dei furti e dei banditi. Combatteremo. Abbiamo fatto una riforma che ha migliorato la questione dei giovani, ma non ha accelerato come volevamo. Siamo andati a vedere le università americane, la loro politica dei talenti, e la vogliamo innervare nella nostra tradizione. Così la Lega Pro può diventare la fucina dei talenti giovani e italiani, e il territorio. Questa è la nostra partita».