Gds: “Palermo. Vecchi e nuovi affari dei boss, 31 arresti”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sugli affari dei boss a Palermo.

Il linguaggio è antico, così come i cognomi di evocativo spessore mafioso che si tramandano da generazioni, sempre nello stesso feudo, nello stesso regno dei padri: Ciaculli, Brancaccio, Roccella e Croce Verde Giardini, quartieri che vivono al limite della città, quasi fossero un’altra terra, sotto un’altra giurisdizione, vincolati ad un’altra amministrazione. Di sicuro, la «legge» delle famiglie di Cosa Nostra, riveduta e corretta funziona ancora e con metodi rimasti, alla fine, legati alla tradizione: per vivere lì, bisogna sempre pagare un dazio. Lo sanno i commercianti, lo sanno gli agricoltori, lo sa perfino chi vuole acquistare o vendere casa da quelle parti che si deve passare obbligatoriamente dai boss e dai loro collaboratori.

Cosa nostra vuole ampliare i suoi orizzonti e così inserisce anche qualche nuovo affare, oltre ai collaudati business delle scommesse on-line e della droga. L’ultimo ritratto sullo stato di salute della mafia è nell’ordinanza firmata dal gip Lirio Conti, che ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Francesca Mazzocco e Bruno Broccoli e ha mandato agli arresti 31 presunti affiliati alle cosche (29 in carcere, due ai domiciliari). L’indagine di carabinieri e polizia è stata coordinata dalla Dda. Sono scattati i sigilli alle aziende che gli investigatori ritengono essere state affidate a prestanome. I beni sequestrati sono stati affidati all’amministratore, avvocato Marco Montalbano. Si tratta delle imprese di Lorenzo Tarantino, la Caffè del Conte (con insegna Caffe Borbone) entrambe in via Via Conte Federico.