Gds: «Miccoli un estorsore, deve essere condannato»

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia”, parla della requisitoria del pg Ettore Costanzo nei confronti dell’ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli. Ecco quanto si legge: “La condanna per il reato commesso, la condanna per l’uomo che offendeva indicando gli altri come sbirri e carabinieri, per il frequentatore di personaggi ambigui e per il protagonista di iniziative antimafia, che poi definiva il giudice Giovanni Falcone «un fango». La requisitoria del pg Ettore Costanzo è vibrante e appassionata: contro Fabrizio Miccoli non c’è solo l’estorsione aggravata dal metodo mafioso, che ha portato alla sua condanna in primo grado a tre anni e sei mesi. Non è solo per avere «messo in mezzo» il figlio di un latitante, che va confermata la pena inflittagli dal Gup Walter Turturici, il 20 ottobre 2017: Costanzo sostiene infatti chela personalità dell’ex capitano rosanero è negativa. Parla davanti alla quarta sezione della Corte d’appello (presieduta da Massimo Corleo), Costanzo, dopo averlo già fatto (il 20 febbraio) alla terza sezione: i processi sono infatti due, contro il solo Miccoli, giudicato in abbreviato, e contro Mauro Lauricella, che è in ordinario. Il figlio di Antonino lo Scintilluni, boss della Kalsa, viene a sua volta giudicato assieme a Gioacchino Alioto,condannato al maxi processo e ferito a colpi di pistola a febbraio 2018, sempre alla Kalsa. Miccoli fu ritenuto colpevole, mentre Lauricella fu scagionato dall’estorsione e condannato a un anno per violenza privata; Alioto fu invece assolto del tutto. Costanzo aveva già chiesto di ristabilire la parità, invocando 10 anni per Lauricella jr e 12 per Alioto. Ieri ha ricordato che l’estorsione fu commessa per far pagare un presunto credito vantato dall’ex fisioterapista rosanero Giorgio Gasparini: l’ex capitano avrebbe così chiamato in causa il figlio di un personaggio all’epoca latitante. E il giovane avrebbe coinvolto pure Alioto. L’imprenditore Andrea Graffagnini negava però di dovere i 12 mila euro a lui richiesti, per la sua acquisizione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine. L’indagine era venuta fuori dalle intercettazioni della Dia, finalizzate alle ricerche di Tonino Lauricella. E nell’ascoltare il figlio, gli investigatori si imbatterono in Miccoli che frequentava abitualmente il figlio del boss e qualche volta il nipote di Matteo Messina Denaro, Francesco Guttadauro. Gli avvocati Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini respingono le accuse“.