Gds: “Mafia e business a Brancaccio. Nove arresti dopo l’omicidio”

Le pagine odierne de “Il Giornale di Sicilia” dedicano spazio all’omicidio di Brancaccio avvenuto negli ultimi giorni.

Giancarlo Romano è stato ucciso pochi giorni prima della firma dell’ordinanza di custodia cautelare per affari di mafia condotti nel quartiere palermitano. Il 37enne è rimasto ucciso al culmine di una turbolenta spedizione punitiva per riscuotere i soldi del gioco illegale inerenti agli avvenimenti sportivi e gestiti da Camillo e Antonio Mira, padre e figlio adesso detenuti. Tra gli arrestati nell’operazione del blitz condotto da squadra mobile, Sco e carabinieri c’è anche Alessio Salvo Caruso, rimasto ferito lunedì dai colpi di pistola esplosi in via XXVII Maggio. L’uomo, accusato di far parte della cosca con ruoli diretti, è ancora ricoverato e si trova i coma farmacologico dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico.

L’elenco degli arrestati si apre con Giuseppe Arduino di 54 anni, scarcerato nel 2020 dopo una condanna e considerato il nuovo capo del mandamento, e prosegue con Alessio Salvo Caruso, che ha 28 anni, Giuseppe Chiarello di 48, Damiano Corrao di 62, detto Kiss kiss, Francesco Farina di 70, Sebastiano Giordano di 63 anni, Antonio Mazzè di 57, Settimo Turturella, carrozziere di 53 anni, e Vincenzo Vella di 58. L’inchiesta ha subito un’accelerazione dopo la sparatoria di una settimana fa e ha fatto emergere una quindicina di casi di estorsione.

Solo un costruttore che sta ristrutturando un immobile in via Messina Marine ha trovato il coraggio di denunciare. In base alla ricostruzione della Dda e degli investigatori della polizia, il pizzo veniva imposto con una sorta di manovra «a tenaglia». Come sempre, le rate da versare alla cosca scadevano a Pasqua e a Natale. I malavitosi del mandamento di Brancaccio non usavano maniere morbide: minacce e «rotture di corna» erano all’ordine del giorno.