Gds: “Il maltempo uccide ancora nel Catanese. Salvi per miracolo tre avvocati palermitani e un amico disabile”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul maltempo che ha messo in ginocchio la città di Catania.

Si sono salvati nuotando, hanno lasciato in fretta e furia la macchina invasa dall’acqua lungo la strada trasformata in un fiume in piena nei pressi della Marina di Catania ed hanno trovato un riparo di fortuna. Tre giovani avvocati palermitani e un loro amico disabile raccontano ancora in preda alla paura il giorno da incubo vissuto nel capoluogo etneo, sferzato da un nubifragio senza precedenti.

Erano partiti di mattina da Palermo per partecipare al concorso a 1541 posti a tempo indeterminato al ministero del Lavoro e dell’Inail per tutta la Sicilia programmato a Catania in viale Africa e al Maas nei pressi del carcere di Bicocca, oltre che a Siracusa. Ma nessuno di loro, così come tanti altri candidati, è riuscito a raggiungere le sedi d’esame per via degli allagamenti. «Ero alla guida della mia Citoren C3 – racconta Francesco Saya, 33 anni – e lungo l’autostrada, dopo l’area di servizio di Sacchitello, ci siamo imbattuti nel maltempo e nella pioggia violenta.

Al nostro arrivo a Catania, poco prima delle 13, abbiamo visto scene d’inferno: strade impraticabili, detriti e fango». All’altezza dell’ingresso in città, mei pressi della Marina, la macchina è stata travolta dall’acqua. Saya, insieme con Walter Siino di 34 anni e Ignazio Russo di 32, ha capito che la situazione era pericolosissima. I tre avvocati si sono dati da fare per mettersi in salvo e soprattutto portare al sicuro il loro amico disabile. A nuoto hanno attraversato il fiume d’acqua ed hanno raggiunto l’androne di un vicino palazzo.

Gli amici palermitani hanno chiesto aiuto. In loro soccorso sono giunti i militari dell’Esercito, che li hanno condotti in un B&B, dove hanno trovato alloggio. «La nostra macchina è stata spostata dalla furia dell’acqua ed è rimasta per strada – aggiunge Saya – non sappiamo quando potremo tornare in città».