Gds: “C’è l’ok del Tribunale. Fallimento del vecchio club, via libera al commissario”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul fallimento dell’U.S. Città di Palermo. Ecco quanto riportato: “La fine dell’Us Città di Palermo si avvicina, ma i colpi di scena non mancano. Il commercialista Giovanni La Croce, nominato amministratore giudiziario della società, ha chiesto al Tribunale l’autorizzazione per ritirare la procedura di concordato e poter avviare un’istanza di fallimento in proprio. Sul fronte opposto, però, entra in gioco un altro personaggio: Flavio Persichini, dallo scorso 12 agosto amministratore unico del club escluso dal calcio professionistico. Una nomina passata sotto traccia, ma avvenuta ben prima del commissariamento della società, tant’è che lo stesso Persichini chiede il reintegro nel proprio ruolo, con la revoca dell’amministratore giudiziario. Quest’istanza non frena certo il lavoro di La Croce, che sin dal giorno in cui ha iniziato ad occuparsi del vecchio Palermo ha messo in evidenza le storture presenti nei conti societari. A seguito dell’ultima relazione e degli accertamenti dei commissari giudiziali (l’avvocato Pisciotta e il commercialista Palazzotto), ha calcato ulteriormente la mano sulla gestione di Tuttolomondo: stando a quanto riferisce La Croce, sono stati posti in essere «atti distrattivi in danno del patrimonio sociale e dei creditori», tra cui un compenso di 560 mila euro più Iva (di cui 280 mila versati a titolo di acconto) alla società Struttura Srl per l’assistenza nella pianificazione del concordato. Questa società è però «a sua volta controllata da Arkus Network» e ha «subappaltato integralmente il proprio incarico» ai commercialisti Castaldo e Fabozzi per un prezzo nettamente inferiore. Il saldo tra quanto incassato e quanto pagato ai due professionisti, è dunque nelle casse di una società facente riferimento alla stessa controllante del Palermo di Tuttolomondo. Ancora una volta, alla richiesta di informazioni ai diretti interessati, La Croce non ha ottenuto dati concreti, motivo per cui ha richiesto al Tribunale l’autorizzazione a revocare il concordato e avviare la procedura fallimentare. La risposta del collegio presieduto da Caterina Ajello è di fatto un via libera: «L’amministratore giudiziario deve ritenersi legittimato a porre in essere gli adempimenti preannunziati senza l’autorizzazione del Tribunale». Spetterà dunque al commercialista milanese avviare l’istanza di fallimento in proprio, con tutto quel che ne consegue. I commissari giudiziali, nella loro relazione, hanno ravvisato il compimento di condotte atte a frodare i creditori, motivo per cui è stata già richiesta l’inammissibilità del concordato. Una strada che appare ormai segnata verso il fallimento, sempre che l’ingresso in scena di Persichini non allunghi ulteriormente i tempi per la procedura”.