Gds: “Autotrasportatori, la protesta si spacca. Rischio disagi a Catania e Palermo”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sullo sciopero dei tir che paralizzerebbe la Sicilia.

Si spacca il fronte della protesta degli autotrasportatori siciliani chiamando in causa addirittura l’intervento delle Prefetture e delle Questure per mettere ordine in una situazione che rischia di degenerare. Da stasera, infatti, i Tir dei circa tremila iscritti all’Aias, l’associazione che raggruppa una grossa fetta dei camionisti dell’Isola, potrebbero fermarsi a Catania ma l’adesione dovrebbe essere massiccia anche a Palermo e a Ragusa e via via nelle altre province. Per l’Unatras, l’unione che raggruppa le altre sigle dell’autotrasporto italiano, è invece tutto rimandato a venerdì prossimo quando scadrà l’ultimatum dato al Governo nel corso dell’ultima riunione.

Secondo il presidente dell’Aias, Giuseppe Richichi, non sarebbe stata decisa una vera e propria serrata anche se il condizionale è d’obbligo perché gli eventi potrebbero prendere una direzione diversa da un minuto all’altro.

«A Catania ci metteremo accanto al casello di San Gregorio e al porto – dice Richichi – ma saremo presenti anche a Palermo e Ragusa. Vogliamo solo rendere visibile la nostra protesta e, almeno per il momento, non è previsto il blocco di tutte le consegne ma vedremo come si evolverà la giornata. Ci fermiamo senza aver chiesto le dovute autorizzazioni e di questo ce ne assumiamo la responsabilità ma i cittadini devono capire che non siamo contro di loro. Vogliamo sollevare il problema perché non ce la facciamo più, senza questa manifestazione non ci ascolterebbe nessuno».

Gli autotrasportatori chiedono al Governo di intervenire per frenare il caro gasolio «ma finora non è arrivata nessuna vera risposta – continua Richichi – anzi il sistema continua a perdere tempo cercando di risolvere una vicenda che si trascina da più di vent’anni. Le spese sono triplicate e il Governo ci ha perfino proposto di ribaltare i costi sui nostri clienti, una risposta che denigra l’intero comparto produttivo e il cui impatto rischia di finire sulle spalle dei consumatori». Contro l’annunciato blocco di stasera si è espressa Cna Fita Sicilia condividendo le ragioni ma non il metodo: «È la solita e piccola fuga in avanti –affermano in una nota il presidente Saro Tumino e i responsabili regionali Giorgio Stracquadanio e Daniela Taranto -. Non è spegnendo i motori dei camion e bloccando l’economia siciliana che si contrasta la crisi che sta travolgendo il comparto. Non è qui, nella nostra isola, che si decidono i sostegni e gli aiuti per fronteggiare l’aumento esponenziale del carburante e dei costi di gestione delle attività italiane e europee del settore. Il blocco fatto in questo modo serve solo a soddisfare il protagonismo fine a se stesso dei soliti. Che senso ha allora questa fuga in avanti? Se non la voglia di esibirsi che diventa prevalente sugli interessi generali della categoria».