“Palermo, dieci anni fa una partita che ti costò la Champions.”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma su un amarcord del Palermo. Il 24 marzo del 2010, il Palermo giocava a Marassi contro il Genoa. Con Miccoli in panchina per turn over (la partita si giocò in un turno infrasettimanale), i rosa si presentarono al «Ferraris» col tridente tutto sudamericano composto da Pastore, Cavani ed Hernandez. Fu proprio quest’ultimo a finalizzare, poco dopo la mezz’ora, un ottimo fraseggio tra gli altri due compagni di reparto, anticipando Amelia in scivolata per il gol del vantaggio. Negli ultimi 15 minuti di gioco, però, accadde di tutto. Bocchetti pareggiò i conti con un preciso colpo di testa, ma dopo neanche tre giri di lancette ci pensò Pastore a riportare avanti i rosa. Memorabile, ancora oggi, l’esultanza del «Flaco», che si tolse una scarpa e mimò una telefonata per dedicare la rete alla madre, in Argentina. Valeri reputò tale gesto meritevole dell’ammonizione, forse un presagio di quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Dal giallo a Pastore si passa velocemente al rosso per Kjaer, cacciato fuori per doppia ammonizione nei minuti finali di gara. Al sesto minuto di recupero, dunque due minuti in più rispetto a quelli originariamente assegnati, Criscito cadde in area su un’uscita bassa di Sirigu. Valeri non ebbe dubbi: rigore. Dal dischetto Kharja non sbagliò, regalando ai «cugini» della Sampdoria un’insperata opportunità per avvicinarsi al quarto posto. Un pareggio che costò molto nella lotta per la qualificazione ai preliminari di Champions League.