Gds: “A 15 anni tramortito sul campo, in due si precipitano e lo salvano”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sul brutto episodio che ha visto un calciatore 15enne a terra privo di sensi dopo uno scontro involontario. I suoi angeli custodi sono un radiologo in pensione e una mamma che di professione fa l’infermiera. Sfiorata la tragedia lunedì scorso durante una partita di settore giovanile tra Gioiosa Marea e Mistretta. Il gioiosano Andrea, stava disputando la gara di play off del campionato provinciale under 15, tra gli allievi del club Tyrrenium di Gioiosa Marea ed i ragazzi della Polisportiva Mistretta, sul manto erboso del campo «Vasi» di Gliaca di Piraino, quando è stato vittima di un incidente ed ha subito un colpo in testa, andando in arresto cardiaco. In uno scontro aereo con un coetaneo, è stato colpito involontariamente alla testa. Immediatamente il ragazzo è caduto giù, a pancia sotto, tramortito. Dino Pispicia, dirigente storico della Polisportiva Mistretta, che era a bordo campo in qualità di accompagnatore della squadra ospite, per 42 anni radiologo, oggi in pensione, è subito accorso e con la sua prontezza e le sue competenze è riuscito a salvare la vita del giovane Andrea. «È stato devastante – afferma il medico in pensione – ma non mi sono fermato un attimo». Attimi di choc e paura che racconta, commosso, il presidente della Polisportiva Città di Mistretta, Antonino Sgrò, raggiunto telefonicamente: «È stato un miracolo. Sono stati momenti terribili, abbiamo temuto il peggio. Poi, quando il giovane ha ripreso conoscenza, ci siamo lasciati tutti andare ad un pianto liberatorio. Mai in 40 anni di calcio avevo assistito ad un episodio del genere. Solo la prontezza, il sangue freddo e la bravura di Dino, hanno consentito di salvare la vita del ragazzo». «Durante questa partita – dice Pispicia – un mio ragazzo e un avversario saltando di testa si sono scontrati. Andrea, è stato colpito involontariamente alla testa, è andato giù, a pancia sotto. Ho realizzato in pochi istanti che era successa una cosa gravissima e mi sono subito attivato per fare qualcosa con la collaborazione di una signora lì presente, Francesca Corica, infermiera all’ospedale di Patti e, madre di uno dei ragazzi in campo, che gli ha messo immediatamente una garza in bocca, per evitare che potesse mordersi la lingua. Nel frattempo – prosegue – io mi ero accorto che il ragazzo non aveva polso, aveva le pupille dilatate, sapevo che era una lotta contro il tempo. Ho cominciato con il massaggio cardiaco e non mi sono mai fermato perché speravo che il ragazzo si riprendesse. Intanto era stato chiamato il 118, io continuavo a massaggiare e dopo 60-70 pressioni toraciche, ho realizzato che lo avevamo ripreso. Non posso nemmeno raccontare la gioia che ho provato quando ho capito che Andrea aveva nuovamente un battito cardiaco, che il cuore completamente fermo aveva ricominciato a pulsare. Andrea era tornato in vita. Poi è arrivata l’ambulanza del 118 e ha fatto la sua parte con il trasporto a Patti».