Gazzetta di Modena: “Il Carpi s’inceppa ed è travolto”

L’edizione odierna de “La Gazzetta di Modena” scrive sulla disfatta del Carpi in casa del Palermo, travolto dalla tripletta di Coronado e dal gol di La Gumina: “La partita del “Barbera” dura lo spazio di 17 minuti, quelli in cui il Carpi ha potuto mettere in atto la strategia studiata: bloccare ogni fonte di gioco avversaria. Il gol? Era un evento accidentale, tanto che nell’undici non c’era neppure Melchiorri, l’unico su cui puntare per vederne uno dei rari biancorossi. Finché è durata, tutto bene, poi l’erroraccio di Verna ha rotto l’incantesimo. Da lì, il Carpi se l’è dovuta giocare alla pari. E alla pari vince sempre il Palermo. Soprattutto se è giornata di vena per fuoriserie della categoria come Jajalo o il brasiliano di scuola inglese Coronado, autore della sua prima tripletta in rosanero. Come accaduto altre volte in questo campionato, il Carpi crolla e diventa materia da psicanalisi: capire come la stessa difesa possa subire imbarcate del genere e mantenersi imbattuta per oltre 400 minuti. Calabro finisce così nell’occhio del ciclone dei tifosi “social”, soprattutto per la scelta di Nzola. E’ l’ennesimo paradosso di questa stagione, perché il risultato finale alimenta l’idea di una squadra eccessivamente rinunciataria, ma nel contempo rafforza la tesi che Melchiorri in campo non avrebbe spostato gli equilibri, e dunque sia valsa la pena non appesantirlo con novanta minuti. Tutta materia di dibattito sulla via del rientro per la quarantina di tifosi biancorossi presenti sugli spalti palermitani.

CALABRO CAMBIA Calabro sacrifica qualche pedina sull’altare del turn over. Un po’ per le condizioni fisiche di qualcuno, come Pasciuti e Concas, un po’ perché le prossime sfide con Ternana e Venezia valgono ben di più della proibitiva (sulla carta) trasferta di Palermo. Risaltano la presenza di Nzola e la panchina di Melchiorri. L’inserimento di Bittante a destra permette a Pachonilk di spostarsi a sinistra per fronteggiare Rispoli, uno dei “superstiti” più temuti della truppa di Tedino. Dietro si rivede Brosco. In casa Palermo c’è aria di disperata chiamata alle armi. Tra infortunati e nazionali, all’appello ne mancano una decina. Non c’è altra soluzione che arruolare tutti i presenti, compreso Rajkovic, che meno di un mese fa riportò la frattura (composta) dell’emipiatto tibiale del ginocchio destro. Ha accelerato il rientro, così come Dawidowicz, per far fronte all’emergenza.

AMARO VERNA La fase difensiva dei ragazzi di Calabro è un orologio che non si concede pause. La manovra del Palermo è bloccata in ogni zona del campo. In quella centrale, Mbaye francobolla Coronado, mentre Sabbione vigila su Jajalo poco più avanti. Sulle fasce, sia Rolando che Rispoli rinunciano ben presto ad affondare la corsa, perché Pachonik e Bittante sono costantemente aiutati dagli interni, costretti a uno sfiancante lavoro tra centro e esterno. Il castello perfetto crolla alla prima sbavatura, quando Verna colpisce Jajalo in pieno petto in area. Dal dischetto, Coronado pesca il sette alla sinistra di Colombi. E’ il 18’, il Carpi perde l’imbattibilità dopo 411 minuti. Soprattutto, è costretto ad affidarsi ad un piano diverso da quello iniziale. Frutta un piattone alto di Sabbione, un tiro dal limite di Garritano e infine una ripartenza mal sfruttata da Verna che conclude centralmente piuttosto che servire Nzola e Garritano ben appostati. La necessità di recuperare apre inevitabilmente spazi e il Palermo ha la qualità per sfruttarli. Colombi rimedia sia sul tiro centrale di Rolando, sia volando a togliere dall’angolino la botta di Gnahorè allo scadere.

NAUFRAGIO BIANCOROSSO Parlavamo di spazi. Il Carpi ne lascia troppi dopo un solo giro di lancette, ed il Palermo questa volta è spietato: Jajalo trova l’infilata per Rispoli che batte sullo scatto Ligi e crossa sul secondo palo per la scivolata puntuale di Coronado. Carpi ko e Palermo sul velluto. Serve a nulla anche l’ingresso di Melchiorri al posto di Sabbione. Un tiro strozzato di Garritano e un tentativo di testa di Ligi prima che La Gumina irrompa sul primo palo e lasci secco Colombi. La quarta falla la apre al 31’ con un preciso destro a girare dal limite di Coronado. Ci sarebbe anche una quinta falla, ma su Murawski ci mettono una toppa Colombi e il palo. Il naufragio era già completato, tanto che per spirito umanitario, il signor Ghersini non concede neppure recupero“.