“Valente «Palermo e un sogno realizzato. Sarei venuto qui anche in Serie D»”

L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” riporta le dichiarazioni di Nicola Valente, esterno del Palermo. A ottobre ricevette un video del “Barbera” gremito dal suo ex compagno palermitano Bentivegna, uno scherzo del destino:

«A questo punto devo dire di sì. Con Bentivegna avevamo un bellissimo rapporto. L’anno scorso verso ottobre era infortunato ed era andato a vedere il Palermo, mi ha inviato quel video e mi sono venuti i brividi. Il Palermo lo guardavo già da ragazzino in tv quando era in A, c’erano giocatori che sono diventati campioni, era una delle prime sei squadre in Italia. Nemmeno ti capaciti che sia in C. Dico di più, se mi avessero chiamato in Serie D sarei venuto di corsa. Ci sono momenti durante gli allenamenti, in cui magari sono po’ giù. Basta voltarmi un attimo, vedere lo striscione che c’è in campo con lo stemma e dico “Cavolo ragazzi sono a Palermo, da non crederci”. Per me vale il Milan o l’Inter. Io stupito? Sì, perché di solito quando società così importanti tornano nel professionismo vanno a cercare giocatori di un certo calibro per salire subito. Io ho fatto dei buoni campionati, ma non pensavo che potessero pensare a me. È stato fantastico. Se sono in C è anche un po’ colpa mia, probabilmente perché non ho preso i treni gusti, forse perché da ragazzo non ero seguito da nessuno.

Quello che posso dire è che ho ancora tanta fame, sono arrivato tardi nel professionismo e mi sento un ragazzino che vuole fare la scalata. Baldini, poi, mi vuole bene ed è di parte, però, sta a me dimostrarlo. Io prigioniero del mio cartellino? Ero con la Sambonifacese, la terza squadra di Verona in C2, venni girato in prestito dai 17 ai 18 a una squadra di Serie D, feci molto bene e mi comprarono, ma non essendo seguito da nessun procuratore ho firmato senza sapere che mi sarei vincolato fino a 25 anni. Ogni semestre avevo possibilità di andare in C, ma la società me lo impediva chiedendo tanti soldi. A 23 anni ho preso i miei risparmi e mi sono comprato il cartellino. Numero 30 come Nestorovski? Anche se quest’anno non lo potrò indossare per la numerazione fino a 22. In realtà mi piaceva perché l’aveva Oba Martins dell’Inter, era il mio idolo perché era velocissimo, io sono tifoso nerazzurro, lo andai a veder anche in ritiro, mi feci fare pure una maglietta dell’Inter con scritto Valente e il numero 30. Esulto con la linguaccia di Del Piero? Non è proprio presa da lui, però da piccolo mi dicevano che gli assomigliavo. Ho avuto molti punti di riferimento importanti, uno su tutti Ronaldo, quello dell’Inter ovviamente, ancora oggi guardo dei suoi video prima di scendere in campo per caricarmi. Però, sono più simile a Martins. Del Piero è inavvicinabile. Baldini e Boscaglia? Sono due allenatori molto bravi che ti insegnano tanto. Hanno in comune il gioco sugli esterni nella fase offensiva. Sono molto contento di lavorare con Boscaglia. So che si conoscono bene e che si sono sentiti. L’anno scorso alla Carrarese giocavamo pure con il 4-2-3-1. Palermo ultimo treno? Sì. Appena ho avuto questa possibilità non ci ho pensato un attimo. O hai la Serie A dietro, oppure sei un pazzo a non venire qua. Palermo è storia. Un giorno potrò dire a miei nipoti di avere giocato con questa maglia. Spero di restarci a vita. Ho voglia di vincere con con questi colori. Replicare il bottino di gol? Speriamo di sì, quello che posso assicurare è che correrò come un matto dal primo all’ultimo minuto.

Mirri? Mi ha stupito quando l’ho conosciuto, mi ha detto ‘Ciao Nicola’ come se fossi uno di famiglia. Ha un’umanità incredibile. Bari? È una squadra che parte per vincere il campionato, ha giocatori importanti. Con la Carrarese siamo andati là a fare una buona partita. Ho visto una squadra molto forte. Proveremo a dargli molto fastidio».