Gazzetta dello Sport: “Si muove il Governo. Plusvalenze, arriva la stretta. Nuovo regime fiscale per il club”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul nuovo regime fiscale in arrivo dal governo per i club.

Mentre il caso Juventus continua a far discutere, il governo passa dalle parole ai fatti definendo un primo importante intervento sulle plusvalenze che serva da deterrente a qualsiasi forma di forzatura futura. In che modo? Cambiando il sistema di tassazione. Tra gli emendamenti presentati ieri sera in Senato all’interno del decreto Milleproroghe c’è anche la modifica all’articolo 86 del Tuir (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), pensata e voluta dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che già giovedì scorso, dopo aver incontrato il presidente federale Gravina, non aveva escluso novità su questo fronte.

Da uno a tre anni Il cuore dell’intervento sta nell’opportunità di ripartire il reddito della plusvalenza realizzata in un’operazione di mercato in un massimo di cinque anni, rateizzando dunque anche la sua tassazione. Una possibilità, tornata spesso utile ai club nella gestione dei propri bilanci e che adesso viene limitata in due modi. Il primo intervento è sui tempi: finora le società sportive professionistiche potevano dilazionare il peso fiscale delle plusvalenze relative alla cessione di un giocatore che il club possedeva anche da una sola stagione; con l’approvazione dell’emendamento (il cui testo finirà martedì in Commissione Affari Costituzionali per poi essere votato dopo le elezioni regionali del 12 e 13 febbraio) la rateizzazione sarà invece permessa «solo se il bene che l’ha originata (il calciatore, ndr) sia posseduto da almeno 3 anni», condizione già presente per tutte le aziende italiane. Si tratta di fatto di un deterrente all’acquisto di un giocatore pensando più alla potenziale plusvalenza a breve termine che al reale valore del giocatore stesso.

Occhio agli scambi Il secondo intervento si concentra sulla diffusa pratica dello scambio di giocatori senza passaggio di denaro, che si è più volte accompagnata a cifre gonfiate iscritte a bilancio. Vista la difficoltà nel poter rendere «oggettivo» il valore di un calciatore, il governo ha scelto di puntare su un effetto indiretto. La rateizzazione sarà permessa «solo per la quota parte proporzionalmente corrispondente al corrispettivo in denaro», ovvero solo per quanto versato “cash” per il trasferimento del giocatore. Mentre «la quota parte residua», dunque il controvalore di un giocatore rientrato nella stessa operazione, «va assoggettata a tassazione nell’esercizio in cui è realizzata». In pratica tutto quello che non è chiaramente quantificabile in moneta, non si potrà rateizzare e sarà tassato subito. Un altro buon disincentivo a transazioni ipervalutate senza flusso di cassa.