Gazzetta dello Sport: “Se non si gioca a maggio la A salta”

La Serie A vuole ripartire. Il massimo campionato di calcio vuole contenere il danno economico conseguente all’emergenza del Paese. Per qualche club assorbire il colpo potrebbe essere fatale. La Federazione e la Uefa hanno proposto il taglio degli stipendi ai calciatori per contenere le perdite. Anche di questo, scrive l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”, Lega e Figa hanno iniziato a discuterne ieri durante la riunione video. Le parti convergono sulla necessità di intervenire in questo senso, ma anche di aspettare per capire l’orientamento che prenderà la stagione: poco prima di Pasqua ci sarà l’occasione per riparlarne, alla luce della situazione generale. A quel punto si potrà capire se ci saranno o meno le possibilità di ripresa del campionato.

Il monte ingaggi della Serie A è di 1,3 miliardi di euro, quota che i presidenti intendono abbattere e su cui è concentrato anche il lavoro dell’assemblea di Lega di ieri, che ripartirà oggi a mezzogiorno. Il presupposto da cui si parte è semplice: se i calciatori non si allenano e non giocano non devono essere pagati. Si vagliano due ipotesi: non pagare gli stipendi per il periodo di tempo non lavorato o richiedere uno sconto proporzionale. All’inizio dell’emergenza il mondo del calcio era molto ottimista e sperava di tornare in campo, ma ieri non si è parlato di date, lo si potrà fare quando gli effetti del virus saranno contenuti. Se entro Pasqua ci saranno notizie migliori si tornerà in campo dopo due settimane di allenamenti che serviranno a ritrovare la condizione, con la ripartenza a maggio. Se invece, al contrario, si rendesse necessario per la salute prolungare i divieti attuali fino a fine aprile o oltre, il tempo per la ripresa difficilmente permetterebbe la conclusione delle competizioni. Anche nel caso, avallato ieri dall’Uefa, di dare priorità ai campionati nazionali rispetto alle coppe: una soluzione che permetterebbe alla Serie A e agli altri tornei europei di riprendere addirittura a giugno per chiudere entro la prima metà di luglio, con la seconda metà dedicata alle coppe europee. Ma è un calendario strettissimo e che andrebbe poi a influenzare anche la stagione successiva. In caso di stop la possibilità più verosimile resta quindi la cristallizzazione dell’attuale classifica, la non assegnazione del titolo, le retrocessioni bloccate: due club salirebbero dalla B per una Serie A 2021-2022 che diventerebbe a 22 squadre, da ridurre a 20 nella stagione ancora successiva.