Gazzetta dello Sport: “Se il calcio globale è offshore. Tremano le italiane”

“Il calcio, industria globale da 20 miliardi di euro, ha una predilezione particolare per i paradisi fiscali. Non da ora. Se poi si scopre che anche il tre volte Pallone d’oro e lo Special One degli allenatori sono caduti nel comune vizietto, con la coincidenza non casuale che sono rappresentati dallo stesso agente, il numero uno Jorge Mendes, allora significa che il “nero” (o il “grigio”, a esser buoni) fa parte del dna del sistema. L’inchiesta «Football Leaks», condotta da 12 testate giornalistiche europee tra cui l’Espresso e nata da un immenso archivio girato da una fonte anonima al settimanale tedesco Der Spiegel, mostra proprio la pervasività di certe condotte in materia fiscale, ai massimi livelli del panorama internazionale. Condotte che riguardano squadre, calciatori, allenatori, dirigenti, procuratori. HIGUAIN Le società italiane citate nei documenti sono diverse: Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, Torino e altre. Nella prima puntata pubblicata ieri l’Espresso si concentra su alcuni casi, come quello di Gonzalo Higuain. C’è una fattura da 190mila euro che nel 2014 la Convergence Capital Partners, società olandese, paga alla Paros Consulting ltd, registrata alle Isole Vergini britanniche, zona offshore che garantisce peraltro l’anonimato di soci e amministratori: la causale è «servizi prestati in riferimento al Real Madrid e al giocatore G. Higuain». Non è la prima volta che ci si imbatte in questi schemi, con una parte dei compensi per gli agenti o i corrispettivi dei diritti d’immagine versati a società a tassazione agevolata (tipo quelle olandesi) e poi girati in paradisi fiscali. TERZE PARTI La sospetta elusione (se non evasione) fiscale si intreccia con quel sottobosco che riguarda i fondi d’investimento e, in generale, la proprietà dei cartellini dei giocatori. Le TPO (Third party ownership) sono state messe al bando della Fifa ma in passato hanno imperversato e, sotto alcune forme, continuano a farlo. «Football Leaks» svela diversi retroscena in proposito. Per esempio la parabola di Alex Sandro, ora alla Juve. Nel 2011 l’esterno sinistro arrivò in Europa, al Porto, per 9,6 milioni di euro. Il suo cartellino apparteneva per il 30% al Club Atletico de Paranà e per il 70% al Maldonado, società uruguaiana spesso al centro di triangolazioni visti i vantaggi fiscali di quel Paese. Il Maldonado incassò per Alex Sandro 6,1 milioni di euro: in base all’archivio di «Football Leaks» dietro il Maldonado ci sarebbe stato, all’epoca, l’attuale capo dei servizi argentini Gustavo Arribas, in precedenza tra i proprietari della HAZ, che tra le altre cose finanziò l’acquisto del 50% di Higuain da parte del Locarno incassando un ingente profitto dalla successiva vendita del centravanti argentino al Real Madrid. FINO A HONG KONG I dubbi sorgono anche a proposito del trasferimento di Kovacic all’Inter: metà del cartellino del croato era di proprietà di un fondo di Hong Kong, Profoot International Limited e, secondo l’Espresso, a marzo 2015 quel 50% sarebbe passato a un altro fondo, dal nome simile (Profoot International Ltd) registrato nel Regno Unito, sebbene l’Inter assicuri di aver «acquisito dalla Dinamo Zagabria il 100% dei diritti economici e sportivi» di Kovacic. C’è anche il caso di Iturbe, la cui proprietà è oggetto di continui passaggi di mano tra fondi d’investimento, a suon di guadagni tra una vendita e l’altra: il trasferimento dal Verona alla Roma prevedeva che la Lastcard, società rappresentata dall’agente Mascardi, ricevesse un milione di euro e l’eventuale 20% di profitto da una futura vendita. Nel frattempo la Lastcard ha trasferito i suoi diritti alla Delta Limited, registrata a Panama, altro paradiso fiscale. LE STAR «Football Leaks» tocca i vertici del calcio mondiale. Nel mirino le operazioni riguardanti Cristiano Ronaldo e Josè Mourinho. Tra il 2009 e il 2014 CR7 avrebbe ricevuto 74,7 milioni di euro nei conti della Tollin, registrata nelle Isole Vergini britanniche. E altri 74,8 sarebbero stati incassati offshore alla fine del 2014 come corrispettivo della cessione dei diritti d’immagine a Peter Lim, uomo d’affari di Singapore proprietario del Valencia. Secondo l’Espresso Ronaldo avrebbe pagato «tasse irrisorie» su quei compensi, l’entourage del giocatore esibisce a discolpa un documento del Fisco spagnolo in cui si attesterebbe che la sua posizione tributaria è in regola. Anche la società personale di Mourinho, Koper Services, è domiciliata alle Isole Vergini britanniche: tra il 2010 e il 2015 l’allenatore avrebbe pagato 500mila euro di tasse su 8,1 milioni incassati per i diritti d’immagine. E nel caso di alcuni contratti pubblicitari i compensi sarebbero transitati dall’Irlanda (attraverso la società Multi­Sports Image Rights) per poi perdersi offshore. BENEFICENZA Un altro allenatore, italiano, è presente nei file di «Football Leaks». È Fabio Capello, che avrebbe ricevuto un compenso di 75mila dollari più hotel di lusso e voli in business per partecipare all’evento benefico «Leo Messi & friends tour». Si cita anche una fattura di 10mila dollari emessa dalla Doyen Marketing e indirizzata a Capello. Doyen avrebbe ricevuto una commissione dal tecnico? L’avvocato Pierfilippo Capello replica: «È vero che mio padre ha ricevuto un compenso, come peraltro è normale per tutti quelli che partecipano a questi eventi, ma è assolutamente falso che sia stata pagata da noi una commissione a Doyen o a chicchessia».”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.