Gazzetta dello Sport: “Romanzo Marino. Portò il Catania in A, ritenta col Palermo”

Pasquale Marino con ogni probabilità oggi verrà annunciato come nuovo tecnico del Palermo. L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” ripercorre la carriera dell’allenatore siciliano, che ha collezionato tanti successi fino ad arrivare in Serie A. Taciturno e amante del bel gioco,soprattutto siciliano, di Marsala. Pasquale Marino si accinge ad allungare la breve lista di allenatori isolani del Palermo dal 1986 a oggi,composta da Caramanno, Arcoleo, e Giovanni Tedesco. Ex centrocampista di qualità,non ha mai calcato i campi della Serie A e della B. Dopo aver giocato con Marsala, Akragas, Siracusa, Battipagliese,Potenza, Messina e Catania, nella stagione 1997-98 appende le scarpe al chiodo e viene chiamato dal Milazzo per allenare la prima squadra, iscritta al Campionato nazionale dilettanti. É da qui che parte la sua lunga gavetta da tecnico. Nel 1999 Marino si trasferisce a Ragusa,sempre in serie D, dove ottiene un buon sesto posto che gli vale la chiamata del Paternò. Exploit con questa società che inizia a sorprendere: in due stagioni, porta la squadra dai Dilettanti alla C1. Un’indagine promossa da «L’Unità», nel 2001,vede addirittura il Paternò primo in classifica,a livello europeo,come squadra che gioca il miglior calcio. Nel 2002 arriva la prima piazza importante: il tecnico porta il suo 4-3-3 all’esame di Foggia, dove il ricordo di Zeman è una presenza ingombrante.Con i pugliesi ottiene una promozione in serie C1 il primo anno e una salvezza senza patemi la stagione successiva.Dopo la Puglia,Marino si ritrova in Serie B alla guida dell’Arezzo, dove vive un’annata difficile,condita dal primo esonero della carriera. Il gioco di Marino colpisce per l’accortezza in difesa, la capacità di far girare il pallone, la bravura nel creare gli schemi giusti per aprire le difese avversarie e colpire. I suoi fan di Facebook lo hanno soprannominato«Il tridente delle Egadi». Il presidente del Catania, Pulvirenti, ritiene che è proprio Marino l’uomo giusto per riportare la squadra in Serie A. Detto,fatto : nel 2005-2006 con la squadra nella quale aveva chiuso la carriera di calciatore è subito promozione dopo un’attesa durata 23 anni. Marino va oltre,perché,coni rossoazzurri, la stagione seguente, riesce anche a centrare la salvezza all’ultima giornata, battendo per 2-0 il Chievo nello “spareggio” sul neutro di Bologna. In Europa le gesta catanesi gli valgono la chiamata dell’Udinese con cui centra due settimi posti,per quanto il secondo anno sia stato molto travagliato con la squadra in caduta libera dopo
un’ottimapartenza. Sette vittorie nelle ultime 8 gare valsero al tecnico un altro piazzamento in zona Europa. Con i friulani il rapporto si interruppe l ’anno seguente anche se poi,Pozzo, lo richiamò al posto di De Biasi per centrare la salvezza. Poi le esperienze con Parma, Genoa, e Pescara, coincise con altrettanti esoneri. A Vicenza in Serie B in due anni centra una salvezza e ottiene un terzo posto,sfiorando la Serie A. Riparte da Frosinone, due stagioni fa,dove vide sfiorare la promozione. La differenza reti con il Verona – a pari punti – fu decisiva e ai playoff la squadra venne eliminata in semifinale dal Carpi. Dopo la parentesi poco fortunata alla guida del Brescia, è ripartito da La Spezia dove ha valorizzato i giovani e si è giocato i playoff uscendo per mano del Cittadella. Le dimissioni con i liguri di qualche giorno fa sono coincise anche con la voglia di riavvicinarsi a casa dopo la scomparsa del suocero, a cui era molto legato, soprattutto a pochi giorni dal matrimonio della figlia.L a chiamata del Palermo è coincisa con la voglia di respirare un po’ l ’aria di casa, in un momento dai sentimenti contrastanti. Magari, è un segno del destino.