Gazzetta dello Sport: “Razzismo a Reggio Emilia, i presidenti smorzano il caso”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso di razzismo in Reggiana-Feralpisalò ai danni di Butic.

Una telefonata fra presidenti per provare a chiudere un caso spinoso, destinato a riaprirsi solo nel caso in cui qualche collaboratore della Procura federale presente a bordo campo abbia sentito con chiarezza la frase a sfondo razziale pronunciata da un giocatore della Reggiana all’indirizzo del centravanti della Feralpi Butic, motore della reazione del croato che ha portato alla seconda ammonizione ed alla conseguente espulsione, quando al Città del Tricolore stava per terminare il primo tempo del match tra i granata e la Feralpisalò.

Dialogo cordiale I due numeri uno, il verdeblù Giuseppe Pasini ed il granata Carmelo Salerno ben si conoscono (le due squadre sono entrambe neopromosse, ma soprattutto i due sono stati nel consiglio della Lega Pro) e si parla di un colloquio franco, di stima immutata fra i club, con Salerno che ha ribadito quanto detto nel dopo partita da Nesta («spero che nessuno abbia esagerato con le parole, certo nel nostro spogliatoio non c’è razzismo, abbiamo anche noi atleti di varie etnie»), prima delle accuse di Balestrero:

«È stato oggetto in campo di insulti a sfondo razziale, episodio di una gravità gigantesca, tra l’altro proprio nella giornata dedicata dalla Lega di Serie B alla lotta contro il razzismo. L’ho visto molto scosso ed ha gestito male la sua reazione, al punto che non contesto la sua espulsione. Però credo che avrebbe dovuto fare come Maignan», aveva detto in sala stampa il capitano verdeblù. Il giorno dopo, però, da fonti gardesane si apprendono nuovi particolari sull’accaduto. Sia nell’intervallo, sia a fine partita, i giocatori della Reggiana avrebbero provato a derubricare il fatto come «cose da campo», facendo infuriare molti giocatori e dirigenti della Feralpisalò, i quali ritengono invece che le «cose di campo» ed il «trash talking» abbiano peso ben diverso e che addirittura l’insulto a sfondo razziale che arriva da un collega in campo sia quasi più grave di quello che arriva dagli spalti.