Gazzetta dello Sport: “Parma prima vittoria in A, Palermo beffato: ora gli resta solo il ricorso al Coni contro il Frosinone”

Ma quale illecito sportivo? Quei messaggi whatsapp con strafalcioni ed emoticon che Emanuele Calaiò inviò a due avversari dello Spezia quattro giorni prima della sfida che avrebbe promosso la sua squadra, il Parma, in Serie A, erano poco più di uno scherzo. Come ha sostenuto fin dal primo grado il suo legale, l’avvocato Paolo Rodella. «Un cazzeggio», lo ha definito ieri. Di cattivo gusto, opinabile, ma punibile al massimo come un gesto di slealtà. Lo ha stabilito ieri pomeriggio la Corte d’appello federale presieduta da Sergio Santoro, che ha derubricato la violazione dell’attaccante dall’articolo 7 (tentato  illecito sportivo) all’1 bis (slealtà), alleggerendo di conseguenza la sanzione comminatagli, dai due anni del primo grado ai cinque mesi scarsi(e30milaeuro di multa) di ieri. Il 1° gennaio 2019 Calaiò tornerà un calciatore libero. BUFFETTO L’alleggerimento della pena del tesserato diventa una bella cura dimagrante per la società, di cui già in primo grado era stata riconosciuta la totale estraneità ai comportamenti di Calaiò. Così il Parma passa da 5 punti di penalizzazione a 20 milaeuro di ammenda, poco più di un buffetto. Un grande lavoro della difesa, curata da Eduardo Chiacchio, che ha portato all’attenzione dei giudici precedenti calzanti e vincenti; un buco nell’acqua per il Palermo, le cui speranze (ridottissime) di acciuffare un posto in A ora sono legate al ricorso contro il Frosinone che oggi si discuterà al Collegio di garanziad el Coni; un’altra sconfitta per la Procura federale, il cui impiant oaccusatorio in primo grado aveva retto alla grande, tanto da suggerire a Pecoraro di non ricorrere in appello. Una mossa che suo malgrado ha finito per facilitare la
vita a Calaiò e al Parma. Ora la Procura aspetta di leggere le motivazioni per capire se avrà margini di ricorrere al Coni (difficile), ma la frittata è fatta. Con una riflessione amara:non è la prima voltache il lavoro della Procura finisce stritolato nei botta e risposta tra Tribunale e Corte d’appello. Possibile che le tesi dei pm sportivi siano quasi sempre convincenti per gli uni e quasi mai per gli altri? ORGOGLIO Al Parma queste considerazioni poco importano. Gli emiliani possono rivendicare, con orgoglio, di aver meritatos ul campo il travolgente ritorno in SerieA ( al culmine di tre promozioni consecutive). Emblematiche in questo senso le parole dell’amministratore delegato Luca Carra. «In questi mesi abbiamo chiesto ai nostri tifosi di fidarsi di noi, di starci vicini. Per questo siamo orgogliosi di aver dimostrato che le urla e le polemiche sui giornali altro non rappresentano che il rumore creato da chi, spesso, ha torto e non ha nulla da perdere – ha sottolineato il dirigente degli emiliani, riferendosi evidentemente ad alcune esternazioni arrivate da Palermo – . E che soprattutto possono andare fieri, come lo siamo noi, di una società che dalle ceneri è rinata, e che in tre anni ha raggiunto un traguardo che mai nessuno prima era riuscito a conquistare. E che nessuno potrà mai macchiare». SALVEZZA Il Parma, in una nota ufficiale, ha aggiunto che la sentenza «ha sancito l’estraneità totale della società ai fatti contestati, una vicenda che mediaticamente ha danneggiato enormemente l’immagine del club». Ora, però, ci si può definitivamente lasciare alle spalle questa storiaccia eguardare confiducia all’imminente avvio della stagione. «Dobbiamo pensare al campionato di Serie A ormai alle porte e a una salvezza da conquistare sul campo assieme ai nostri tifosi»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.