Gazzetta dello Sport: “Palermo, resta solo l’orgoglio. Il ritorno in B adesso è ufficiale”

“Diego Bortoluzzi spiega che «abbiamo dimostrato di voler finire il campionato nel modo migliore». Sono le dolenti parole da tecnico retrocesso, l’ultimo della collezione Zamparini e quindi il meno colpevole. Il Palermo lascia la Serie A per la nona volta nella sua storia e lo fa puntando sull’orgoglio e non adagiandosi nella rassegnazione. Raddrizza una partita difficile, giocata con sufficienza dallo svogliato Chievo primaverile. Un pari completamente inutile, serviva un miracolo (al Bentegodi e a Empoli) che non c’è stato. Più che per un verdetto previsto, si è temuto per le condizioni di Gazzi, all’inizio del secondo tempo uscito dal campo in barella e in ambulanza dopo uno violento scontro con Inglese: contusione alla spalla sinistra e al collo. Gli esami hanno escluso lesioni, il centrocampista è rientrato con la squadra. REAZIONE Il Palermo ha avuto un merito: trovare la forza di reagire sotto di un gol. Ridisegnato per motivi di forza maggiore (Jajalo regista al posto di Gazzi, Bruno Henrique mezz’ala), ha cominciato a spingere. L’indimenticato ex Sorrentino ha dovuto intervenire tre volte in tre minuti, dal 26’ al 29’, con parate in ordine decrescente di difficoltà. Fino al rigore, ritmi bassi e poca voglia di rischiare, con un 3­5­2 coperto: sulla destra, invece di Rispoli, influenzato, c’è Gonzalez, che non è un esterno e va in difficoltà davanti a Bastien. Il Palermo attacca così soltanto a sinistra, con Aleesami, contrastato (male) da Cacciatore e Izco. Ma il problema è che il giovane Sallai, non ancora 20 anni, non è all’altezza di Nestorovski, assente per la prima volta in questo campionato mentre Diamanti, in cerca di conferme per il prossimo anno, fa quel che può e cioè cucire centrocampo e attacco. STANCHEZZA Chievo sotto tono, «non brillantissimo», come ammette lo stesso Maran. Che comincia senza Inglese e un inedito 4­3­2­1: Birsa e Castro dietro Pellissier unica punta. Il tecnico temeva, come è poi avvenuto, di scontrarsi contro una squadra che non concedeva spazi e per questo ha cercato qualche alternativa in più tra le linee. Visto che la partita non si sbloccava, all’inizio della ripresa ha cambiato: dentro Inglese, che si procura il rigore e ritorno al solito 4­3­1­2. Il merito del Palermo diventa però una colpa del Chievo: in vantaggio, ha avuto un calo, di testa oltre che di gambe. E Il Bentegodi non ha apprezzato.”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.