Gazzetta dello Sport: “Nestorovski (Integrale): «Ti salvo e divento top scorer: Palermo, io ci credo»”

“Da «Nesto­chi?» a «Nestogol»: succede, nel calcio e nella vita. Da perfetto sconosciuto a uomo simbolo: è lui, Ilija Nestorovski, il Nuovo che avanza, l’artefice del risorgente «Palermovski» di matrice macedone. Che torna a sperare nella salvezza. Che caccia fuori la testa dall’acqua malgrado i tentacoli delle concorrenti che s’allungano dal basso cerchino di trascinarlo giù. Che si rivela ogni volta un fastidioso scotch incollato alle dita degli avversari. Il suo manuale «istruzioni per l’uso» potrebbe consegnarlo a tutti gli aspiranti bomber dei settori giovanili d’Italia: gol in tutti i modi, di testa, di destro e sinistro, ma soprattutto l’interpretazione del ruolo di centravanti. E cioè: difesa del pallone, far reparto da solo, cattiveria agonistica quando serve, i tempi giusti d’inserimento, gli assist… Come quello, Nestorovski, servito al suo connazionale Alexandar Trajkovski nell’ormai mitologico 4-3 di Marassi col Genoa. «Alex è un amico, non potevo non tenerne conto sul momento (e ride…). È una grande persona oltre a essere un ottimo attaccante. Lo si è visto pure domenica col Crotone. È stato un po’ sfortunato in questa stagione, ma credo che per lui sia tutto alle spalle e il gol col Genoa senza dubbio è stato importante anche per il suo morale». Beh, dovrà pure ricambiare prima o poi… «E io mi aspetto molto da lui nelle prossime sfide, perché è uno dei giocatori importanti di questa squadra». È la Macedonia dei talenti l’arma segreta che spinge su il Palermo. Con i consigli, immaginiamo, del vostro guru Goran Pandev. «Che dire di lui? È un esempio, un ragazzo d’oro e un professionista esemplare. Siamo buoni amici, ha scritto la sua storia nel calcio italiano e mi piacerebbe solo avvicinarmi a quello che ha fatto lui». La doppia cifra alla prima stagione in Italia, per dirne una, è a un passo dopo il secondo gol di fila contro il Crotone. «È stato un gol importante, questo sì, e ne sono consapevole: il gol (che l’attaccante ha dedicato all’ex team manager Cracolici passato al Parma, ndr) è coinciso pure con i 3 punti e sono felice per i tifosi e per la squadra. La doppia cifra, quando arriverà, spero presto, non vorrà dire nulla se non ci salviamo alla fine». E qual è appunto la vostra strategia, adesso che vi ritrovate a 8 punti dall’Empoli quart’ultimo, con la possibilità di sfidarlo all’ultima giornata al Barbera? «L’unica strategia che conosco è restare uniti come abbiamo fatto contro il Crotone. Non c’è speranza senza il lavoro. Non ci sono altre strade, solo così potremo salvarci all’ultimo secondo dell’ultima giornata». Lei ha conosciuto 4 allenatori in questa stagione: Ballardini, De Zerbi, Corini e adesso Lopez. Che ne dice dell’uruguaiano? «Di lui posso soltanto parlare bene, abbiamo avuto poco tempo per poter fare bilanci ma ha carisma e idee chiare. Ci ha dato serenità e una grande carica. Non amo molto invece parlare degli ex allenatori, sono sincero. Però sono grato a tutti, sia quelli avuti qui a Palermo che quelli con cui ho lavorato nel corso della mia carriera. Da ognuno di loro ho imparato qualcosa». Lei è il pupillo del presidente Zamparini. Che di lei ha dato una valutazione di 15 milioni: che farà, a fine stagione, seguirà le orme dei suoi predecessori Pastore, Vazquez e Quaison? «Non ci penso e lo dico sul serio, penso solo al Palermo e alla salvezza da raggiungere con questa squadra». Ma non le sembra difficile in questa fase storica pensare di realizzare con questa maglia il suo sogno di diventare capocannoniere della Serie A? «E perché no? Il mio obiettivo dichiarato è proprio questo: diventare capocannoniere del campionato in rosanero. Ecco perché credo fermamente nella salvezza. E tra un anno ne riparliamo: io mi vedo ancora qui, assolutamente». Per avvicinare invece l’idolo Filippo Inzaghi, cui Zamparini l’ha paragonata in più occasioni, che cosa le manca invece? «Inzaghi è Inzaghi, è un idolo vero. Bisogna soffermarsi sulla sua carriera, quanto ha vinto e quanti gol ha fatto. Diciamo che devo ancora lavorare tanto per potermi paragonare a un giocatore del genere, ma sarebbe già bello fare la metà di quello che ha fatto lui». Intanto, lei ha partecipato attivamente a 12 dei 19 gol del Palermo (63%) in questo campionato (9 reti e 3 assist): il fatto che segni quasi sempre lei può essere un problema da qui alla fine? «Non credo, perché non è importante chi segna, ma è fondamentale vincere. Sono felice se il Palermo si prende tutto anche se non segno io. Ci riproveremo domenica. Certo, fare gol e conquistare i 3 punti come col Crotone mi esalta, ma non è la priorità». Dopo aver segnato a Buffon in Macedonia-Italia ed essere un uomo mercato, che cosa si augura per la sua nazionale? «Di aiutarla a crescere sempre di più in futuro. La Macedonia e il Palermo sono i miei grandi amori che non voglio deludere».”. Questa l’intervista integrale a Ilija Nestorovski realizzata dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.