Gazzetta dello Sport: “Mourinho e Ibrahimovic, la ditta è già vincente. Un gol dello svedese consegna il Community Shield allo United Il Leicester pareggia con Vardy ma viene piegato nel finale”

“In attesa di Pogba, ci pensa Ibrahimovic. L’attaccante svedese entra nella storia del Manchester United nella prima gara ufficiale con la maglia dei Red Devils: con una zuccata imperiale, in cui ha mostrato tutto il suo strapotere fisico, ha consegna all’ultimo club della sua vita errabonda il Community Shield numero 21. E’ il segno del destino, o forse il semplice timbro dei fuoriclasse: 79 minuti da fantasma, 11 da eroe. Così va il mondo e Mourinho ringrazia: al ritorno in panchina dopo l’esonero del 17 dicembre 2015 con il Chelsea, il portoghese riparte con un successo. Bello il gesto di dedicare al predecessore, Louis Van Gaal, il trofeo: «Senza il suo successo in FA Cup, non avremmo giocato questa gara». Claudio Ranieri incassa la sconfitta del Leicester con eleganza: «Abbiamo giocato bene. Solo una cosa non è andata per il verso giusto: il risultato. Ma quando nella squadra avversaria devi fare i conti con campioni come Ibrahimovic, sono cose che accadono». POGBA Sfida ricca di suggestioni: l’esordio assoluto di Ranieri a Wembley, il ritorno sul palcoscenico di Mou, la prima gara vera di Ibra con lo United. Ma prima, durante e dopo si è aggiunto un nome: quello di Pogba. Due ore prima l’inizio del match, l’annuncio dell’ok della Juve per le visite mediche. Dopo, le parole di Mou per benedire il suo arrivo. In mezzo, la prestazione dello United, in cui si è capito perché i dirigenti dei Red Devils abbiano accettato di riportare alla base dopo quattro anni, ad una cifra record, il talento francese: uno come lui, in una squadra imperfetta nel gioco e negli equilibri complessivi, serve come il pane. COPIONE In campo si è infatti visto chi gioca con un copione consolidato e chi sta ancora alla ricerca della luce. Il Leicester, reduce da ko pesanti con Psg e Barcellona, ha affrontato il match di Wembley riproponendo l’efficacia del suo calcio, tutto ripartenze, velocità, sudore e spirito di sacrificio. Scontato fare confronti tra il Leicester che fu con Kanté e quello attuale dove l’assenza del francese potrebbe rivelarsi pesantissima. Ranieri ha mandato in campo undici dei protagonisti della straordinaria cavalcata della scorsa stagione, lasciando in panchina tutti i nuovi, compreso Nampalys Mendy, nel progetto delle Foxes destinato a rimpiazzare Kanté. Si potrebbe semmai discutere sulla prestazione di Mahrez, fuori registro e poco incisivo: l’algerino deve tornare alla realtà dopo due mesi vissuti da star del mercato. A occhio, questione­Kanté a parte, sembra riportare l’algerino con i piedi a terra la vera missione di Ranieri. IL FILM Drinkwater ha dimostrato quanto sia stata folle la scelta di Hodgson di non portarlo agli europei. Il centrocampista del Leicester, cresciuto e poi mollato dallo United, ha subito preso in mano il governo del match, organizzando il gioco e annullando Rooney. Le Foxes hanno prima sfiorato il palo con Okazaki e un minuto dopo, sempre con il giapponese, hanno colpito la traversa, ma come capita spesso nel calcio è passata la squadra in difficoltà. Jesse Lingard, decisivo nella conquista della FA Cup contro il Crystal Palace, ha saltato tre giocatori, ha puntato Schmeichel e lo ha superato con un tiro appena deviato dal danese. VARDY Ranieri ha rivoltato la squadra nell’intervallo con gli inserimenti di Musa e Gray. Dopo appena 7’, su azione avviata da Musa ed errore madornale di Fellaini con un retropassaggio folle, Vardy ha dribblato De Gea e firmato l’1­1. Il Leicester ha cercato il 2­1 fino all’80’, quando sono calati inesorabilmente i ritmi e il vecchio Ibra ha inventato il 2­1. Gioco, set, Community Shield”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.