Gazzetta dello Sport: “Metodi mafiosi, Miccoli si becca tre anni e mezzo”

“La Procura di Palermo aveva chiesto 4 anni di reclusione, la difesa l’assoluzione. Ieri è arrivata la sentenza del Gup Walter Turturici dopo otto ore di camera di consiglio: Fabrizio Miccoli è stato condannato a 3 anni e 6 mesi, col rito abbreviato, per estorsione aggravata da metodo mafioso. Per la Procura, rappresentata in aula dal sostituto Francesca Mozzocco, l’ex capitano del Palermo si rivolse a Cosa Nostra perché venisse saldato un debito di circa 20 mila euro un suo amico. Secondo l’accusa, Miccoli avrebbe spinto Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa Antonino, detto u Scintilluni, a utilizzare metodi coercitivi nei confronti dell’imprenditore Andrea Graffagnini per chiedere una somma di denaro di 20 mila euro di cui un ex fisioterapista del Palermo, Giorgio Gasparini, diceva di essere creditore, in merito alla gestione di una discoteca di Isola delle Femmine. La stessa ipotesi di reato era stata contestata in un altro processo anche a Mauro Lauricella, ma in quel caso il reato era stato derubricato a violenza privata con una condanna a un anno e mezzo. LE INDAGINI Inizialmente, nell’ambito di questo procedimento, il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, che ha coordinato le indagini, aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, ma il Gip Fernando Sestito aveva invece disposto l’imputazione coatta e da qui la richiesta di rinvio   a giudizio. L’indagine era stata aperta durante le ricerche del boss Antonino Lauricella, che nel 2010 era latitante. La Dia, ascoltando le telefonate del figlio Mauro, aveva notato il rapporto di confidenza con il calciatore. Da quelle intercettazioni venne estrapolata la frase o ffensiva nella quale Miccoli definì Giovanni Falcone «un fango». Parole, pronunciate mentre stava passando di fronte all’Albero Falcone, davanti all’abitazione dell’ex giudice ucciso da Cosa Nostra e che decretarono la fine della sua carriera a Palermo. Miccoli, presente in aula, alla lettura della sentenza è scoppiato a piangere e non ha rilasciato dichiarazioni. REAZIONE I legali dell’ex  calciatore, invece, si sono detti «sconcertati»: «Una sentenza che lascia basiti — commenta l’avvocato Giovanni Castronovo che assiste Miccoli con Giampiero Orsini — La stessa Procura, che ha invocato la condanna, aveva chiesto l’archiviazione. Ci troviamo dinnanzi a un’estorsione nella quale il mandante viene condannato e l’esecutore assolto. La frase nei confronti di Falcone ha avuto la sua ecomediatica. Ha cessato la sua attività calcistica per quella frase. Cosa deve ancora pagare? Siamo fiduciosi che esistano giudici giusti anche Palermo. Confidiamo nell’assoluzione in appello»”. Questo quanto ripercorso in merito al caso Miccoli, dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.