Gazzetta dello Sport: “Mandzukic sovrasta Struna e lancia la Juventus”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” dedica un pezzo a Marzio Mandzukic, attaccante bianconero che ieri ha dato il la ai suoi per la vittoria contro il Palermo. Ecco quanto si legge: “Lui è quello che da centravanti del Bayern ha conquistato il Triplete alla tedesca. Sempre lui è quello che Diego Simeone scelse per sostituire Diego Costa quando l’Atletico Madrid rimpolpò i conti incassando una valigia di sterline dal Chelsea: il Cholo, in cambio, ottenne subito il gol che regalò ai Colchoneros la Supercoppa di Spagna contro il Real Madrid, cioè la squadra che tre mesi prima aveva strappato loro la Champions nella finale tutta spagnola. E sì, è sempre lui l’attaccante sul quale Beppe Marotta è andato dritto quando c’è stato da sostituire il totem Carlos Tevez. Lui, naturalmente, è Mario Mandzukic, l’ariete che nel giro di quattro giorni sta svoltando la stagione della Juventus. E chissà che finalmente il popolo bianconero non riesca ad affezionarsi a questo centravantone croato così diverso dall’Apache, sia nel modo di giocare sia nel carattere, visto che lo descrivono solitario e spigoloso. PROBLEMI Nonostante il curriculum, infatti, sembra che ogni partita da titolare sia una sorpresa: prima perché stava fuori Dybala, ora perché sta fuori Morata. L’importante è che chi sta in panchina dia poco ascolto ai boatos che arrivano dall’esterno. Max Allegri l’ha detto chiaro e tondo alla vigilia di Palermo: «Mandzukic garantisce alcune cose di cui la squadra ha bisogno». Sembrava quasi un messaggio trasversale al giovane Alvaro, era invece la pura e semplice verità. Del resto, da Marione il tecnico della Juve ha già spremuto parecchio, nonostante i tanti problemi fisici che hanno contraddistinto i suoi primi mesi juventini e di cui sembra restare traccia solo in quel cerotto che gli avvolge il gomito sinistro: frutto di una ferita che faticava a rimarginarsi e che gli ha procurato non poco fastidio, oltre ai guai muscolari accusati dopo la vittoria in casa del Genoa. SEMPRE DECISIVO Eppure è stato proprio il centravanti croato ad aprire i tabellini della stagione, segnando il primo gol ufficiale in Supercoppa italiana alla Lazio e contribuendo in modo sostanziale a mettere in bacheca il primo trofeo dell’anno, tanto per non perdere le buone abitudini bianconere. Proprio quel giorno, forse, sono nati i primi pregiudizi. Perché prima di segnare, il croato si mangiò un gol bell’e fatto solo davanti a Marchetti. E perché Mario non è di quegli attaccanti che fanno brillare gli occhi. Però in campo si fa sempre sentire. Sgomita e lotta, «è generosissimo e fa giocare bene chi gli sta accanto», per usare le parole di Allegri. E quando c’è da buttarla dentro non si fa pregare, soprattutto se può guardare il pallone arrivare dall’alto: non bomber da 40 reti a stagione – al massimo è arrivato a 18 in Bundesliga con il Bayern nel 2014 – ma uomo da gol pesanti sì. Come i due di platino in Europa al Manchester City: il pareggio che ha avviato la preziosissima rimonta all’Etihad, il colpo-qualificazione mercoledì sera allo Stadium. E come la testata da tre punti a Palermo che significa l’avvicinamento a soli tre punti dalla Roma quarta. Non stava giocando bene, anzi sembrava non stesse proprio giocando, Mario. Appena undici palloni toccati nel primo tempo, meno dei portieri. Poi è bastato quell’invito disegnato nel cielo da Dybala a chiamarlo all’azione: Struna sovrastato, Mandzukic decisivo, Juve in orbita Europa. E scusate il ritardo”.