Gazzetta dello Sport: “I tifosi del Parma non ci stanno «Noi pronti ad arrivare fino a Roma per protesta»”

“Il giorno dopo, se possibile, è ancora peggio. Perché la rabbia non è svanita e nemmeno quella sensazione d’ingiustizia di cui da un mese e mezzo l’ambiente del Parma è prigioniero. La sentenza di primo grado per la vicenda dei messaggi di Calaiò ai giocatori dello Spezia parla di penalizzazione di 5 punti nel prossimo campionato di Serie A per il club e di due anni di squalifica per il giocatore. Gli avvocati sono al lavoro per presentare immediatamente ricorso in appello. La società, in un comunicato ufficiale, ha definito la condanna a Calaiò «abnorme», e la penalizzazione «iniqua» e «illogica». I tifosi sono furibondi, il presidente del Centro di Coordinamento dei Parma Club Angelo Manfredini spiega chiaramente: «È una sentenza vergognosa, scrivetelo a caratteri cubitali. Hanno voluto bastonare sia la società siaCalaiò: ritengo che la punizione sia stata eccessiva. È vero che da un giocatore esperto nessuno si sarebbe aspettato una simile leggerezza, ma il tenore dei messaggi non presupponeva affatto un tentativo di alterare il regolare svolgimento della gara». PUBBLICO C’è chi propone anche di andare a protestare a Roma e chi chiede ai dirigenti di «alzare la voce», il che assomiglia tanto a quello che dicono i politici quando sostengono di voler andare a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo. L’impressione è che, in questo momento, sia necessario mantenere l’equilibrio e il sangue freddo. Si rischiava la Serie A, perché nelle richieste della Procura c’erano i due punti di penalizzazione nello scorso campionato, e questo pericolo è stato dribblato: bene così. Adesso non resta che procedere con molta cautela e altrettanto saggezza, senza farsi prendere dall’emozione. Innanzitutto c’è una squadra da allestire per la Serie A, c’è un mercato da portare avanti e da completare, c’è una campagna abbonamenti da rilanciare, e in quest’ultimo caso il pubblico ha la possibilità di giocare un ruolo determinante. Finora sono poco più di 6.000 le tessere vendute, non c’è dubbio che il processo abbia rallentato le operazioni. I dirigenti si augurano che ora, con la certezza di disputare la Serie A, i tifosi corrano ad abbonarsi e dimostrino così il loro attaccamento a una società che in tre anni ha compiuto qualcosa di unico: dalla Serie D alla Serie A, tre promozioni consecutive, mai accaduto prima. La rabbia sta proprio qui, nel vedere sporcata un’impresa storica. SOLIDARIETÀ Ma il caso dei messaggini ha gettato un’om
bra che, purtroppo, resterà e non saranno le sentenze (dure o miti che siano) a cancellarla. Ieri la squadra ha ripreso gli allenamenti al centro sportivo di Collecchio. C’era Amato Ciciretti, arrivato dal Napoli dove ha svolto la prima parte di preparazione, c’era Bruno Alves, c’era Gobbi, c’era Stulac, c’era Rigoni (tutti nuovi acquisti), e c’era pure Emanuele Calaiò attorno al quale i compagni si sono stretti in un abbraccio di solidarietà. Bocche cucite, nessun commento sulla sentenza. Piuttosto si ragiona su ciò che adesso potrà fare il d.s. Daniele Faggiano: pochi giorni per dare all’allenatore D ’Aversa quei giocatori di cui ha bisogno per affrontare la A.Il problema è che a disposizione ci sono soltanto 13 milioni, non tantissimi, e che il socio di maggioranza, il cinese Lizhang, non sembra intenzionato ad aprire il portafoglio.” Ecco quanto riportato nell’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport”.