Gazzetta dello Sport: “Fiato, difesa a 3 e aggressività: l’Italia di Conte affila le sue armi”

Il grande ciclo della Spagna, un Mondiale e due Europei, cominciò nel 2008 battendo l’Italia ai rigori. Il grande ciclo della Spagna, già in bilico dopo il k.o. in Brasile, potrebbe chiudersi definitivamente qui perdendo con l’Italia. Non è facile e partiamo sfavoriti per tanti motivi: per la loro cifra tecnica, il centrocampo inarrivabile, i fuoriclasse da Iniesta a Morata che noi non abbiamo, il possesso palla che soffriamo maledettamente, la tradizione per cui l’ultimo successo (in gara ufficiale) risale al 1994. Tanti motivi per cui il legittimo vantaggio degli spagnoli, prima che l’arbitro fischi il via, va ribaltato con una di quelle Italie che hanno fatto la storia. Il nostro top player è Conte, da oggi sono soltanto finali. DIFESA E AGGRESSIONE Storicamente la Spagna sembra soffrire il nostro 3­5­2 e infatti, se a noi questi ottavi risultano indigesti, anche per loro siamo l’avversario meno ambito. Nel 2012, la linea a tre Bonucci-­De Rossi-­Chiellini ebbe la meglio finché Del Bosque non abbandonò il «falso 9» inserendo Torres, e allora l’1­1 fu in pericolo. Nella finale, a parte il modulo a rombo, l’Italia era allo stremo e non ci fu partita. L’anno dopo, in Confederations, ancora i tre «bastardi» e Marchisio-­Candreva dietro Gila: in campo meglio noi, ai rigori loro. Questa difesa, che diventa spesso a cinque con gli esterni, soffoca gli spazi. Ma non basterà perché Iniesta è un mago nel far passare il pallone per la cruna dell’ago. Quindi guai a tenersi bassi, con due linee quasi in area. E soprattutto movimento mirato per interrompere il flusso di passaggi. A turno Parolo o Giaccherini dovranno aggredire. Nelle loro tre partite, oltre 800 tocchi e 700 passaggi: numeri che stordiscono. FRESCHEZZA E RITMO Aggressione significa fiato. Qui dovremmo essere in vantaggio noi. Dimenticata l’Irlanda, resta il fatto che, tranne Bonucci, Barzagli e un esterno, gli altri titolari hanno tutti riposato. In tornei del genere, i muscoli ringraziano. Importante contro una Spagna messa alle corde dal ritmo dei croati che assaltavano in velocità (a proposito, Perisic gioca in Serie A: per lui la nostra preparazione funziona?). La difesa traballa, Piqué non sembra Bolt e anche Ramos ha perso l’anticipo su Kalinic. Decisivo sarà Eder col suo movimento di gambe, mentre Pellè dovrà mettere i centimetri in area e le sponde fuori, per lanciare le ripartenze. Eder dovrà essere il primo anche a tagliare la strada a Busquets. Ci vuole Candreva: oltre a crossare, potrebbe impegnare Jordi Alba spesso molto offensivo e chiave della superiorità numerica in attacco. PSICOLOGIA E TABELLONE Non ripensiamo troppo a Croazia-­Spagna: i meriti di Perisic e compagni vanno equilibrati con i demeriti spagnoli. Supponenza? Stanchezza? La Spagna non sottovaluterà l’Italia. Certo non è al massimo della carica psicologica perché l’1­2 lascerà scorie e, proprio per questo, dare subito un altro colpo alla loro autostima non sarebbe male. Il fatto è che anche noi potremmo avere qualche «freno» con dieci diffidati, soprattutto i tre centrali più Buffon: la paura di un intervento che faccia perdere l’eventuale quarto può esserci. Anche al Mondiale 2006 Nesta finì k.o. e Materazzi squalificato, ma c’era un Barzagli super. Ogbonna comunque ha fatto bene con l’Irlanda. Attenti ai falli: la Spagna manovra altissimo, al limite dell’area, c’è il rischio punizioni. Ci sono tre giorni per studiarla, senza pensare al dopo, alla Germania, alla Francia, al resto. Anche perché il tabellone è così perché inglesi, spagnoli e portoghesi hanno perso per colpa loro il primo posto: solo il nostro provincialis m o p u ò d e n u n c i a r e l’organizzazione. Che di colpe ne ha. Ma non questa.” Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.