Gazzetta dello Sport, ex rosa: “Finanziava la ’ndrangheta: arrestato Modesto. Il difensore, attraverso il suocero, dava i suoi guadagni a due note cosche calabresi per prestiti a tassi d’usura”

“L’esultanza sotto la curva per un gol particolare, non solo perché arrivato dopo un digiuno di 4 anni. L’immagine felice risale allo scorso 23 aprile: Francesco Modesto segna l’1­0 del Crotone contro il Como e di fatto apre la grande festa rossoblù. La vittoria per 2­0 è l’aperitivo alla grande abbuffata di Modena: sei giorni dopo il pari (1­1) in terra emiliana sancisce la storica promozione in A dei calabresi. Modesto è titolare pure in quella occasione: per lui, nato a Crotone, la gioia è doppia. Sono passati 4 mesi: da ieri il difensore è alle prese con una «partita» molto più complicata. E’ stato infatti arrestato, insieme con altre 13 persone, dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Le accuse sono pesantissime: farebbe parte di un’organizzazione criminale dedita all’usura e all’estorsione aggravate dalle finalità mafiose. Al centro delle indagini le attività delle cosche Cicero­Lanzino e Rango­Zingari: per i magistrati utilizzavano i capitali della ‘ndrangheta elargendo prestiti e imponendo tassi d’interesse sino al 30% mensile. IL PENTITO E L’IMPRENDITORE Ma come ci finisce Modesto (oltre 200 presenze in A con Reggina, Genoa, Bologna, Parma e Pescara) in una vicenda che in apparenza non ha nulla da spartire con il calcio? Tutta colpa di una parentela ingombrante, quella col suocero Luisiano Castiglia, detto «Mimmo». Secondo i pm sarebbe stato lui a gestire i soldi guadagnati dal genero. E lo avrebbe fatto mettendoli a disposizione dei clan per i prestiti usurai. A indicare il nome del calciatore sono stati un collaboratore di giustizia e un imprenditore vittima delle cosche. Il pentito è Roberto Violetta Calabrese, contabile dell’associazione criminale. «Sono certo del fatto che Francesco Modesto era consapevole che il denaro consegnato al suocero era impiegato in attività criminali e comunque usurarie», ha spiegato agli inquirenti. Tesi rafforzata da un’altra testimonianza: nell’ordinanza che ha portato all’arresto del difensore si spiega come un imprenditore cosentino (Franco Cannella, tra l’altro socio del Cosenza calcio) avrebbe a parziale estinzione di un prestito a strozzo (circa 30 mila euro) eseguito lavori edili gratuiti per realizzare la casa di Modesto a Cosenza. LE TRACCE I carabinieri hanno rintracciato i versamenti effettuati (in 13 mesi) tramite bonifico dall’imprenditore. Secondo i pm Modesto sapeva benissimo dove finivano i soldi dei suoi ingaggi, prelevati direttamente dai vari conti bancari dal suocero (e dal figlio Luca) grazie a una procura notarile. Certezza rafforzata dalle parole del pentito Calabrese: «In una occasione ho personalmente assistito alla richiesta di denaro a tasso usurario che Santina Falbo ha fatto a me e a Mimmo Castiglia in presenza del giocatore». E Modesto non si sarebbe meravigliato neppure quando Cannella gli ristrutturò gratis l’appartamento all’interno di un «pacchetto» pari a un valore di 250 mila euro e preteso, secondo i magistrati, da Castiglia. Lo stesso Castiglia avrebbe cercato in ogni modo di «nascondere» il più possibile il ruolo del parente famoso. Almeno è quello che ha spiegato il pentito agli inquirenti: «Quando ho annotato gli apporti di capitale forniti dal genero, Mimmo è andato su tutte le furie. Non voleva che si sapesse che il calciatore guadagnava con le usure. Pretendeva che cancellassi ogni traccia a lui riferita». Il clan avrebbe cercato di ammazzare il fratello di Calabrese nel marzo 2013 poco dopo l’inzio della sua collaborazione con la giustizia, ma l’agguato non ha intimorito l’ex contabile che ha continuato a raccontare gli affari sporchi dei clan. USURA COME BOT «L’usura sono i Bot della criminalità organizzata». Queste le parole usate da Vincenzo Luberto, procuratore aggiunto di Catanzaro, durante la conferenza stampa dove sono stati illustrati i dettagli dell’operazione «Laqueo». Luberto si è rivolto agli imprenditori vittime delle cosche: «Denunciare conviene anche economicamente, per le vittime si garantisce l’accesso a fondi anti usura. Non ci sono ragioni per non accusare chi fa prestiti con tassi fuorilegge». Durante le perquisizioni effettuate ieri sono stati rinvenuti assegni e altro materiale che potrà consentire ulteriori sviluppi alle indagini. La partita particolare di Modesto è appena iniziata.”. Questo quanto si legge sul’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.