Gazzetta dello Sport: “Europa League, ritorno dei playoff: il Sassuolo all’italiana alla conquista dell’Europa. Calcio moderno e solo tre stranieri nella squadra che stasera sfida la Stella Rossa…”

“Ci saranno 46 tifosi del Sassuolo stasera, qui dove si incrociano il Sava e il Danubio. Quarantasei eroi che arriveranno al Marakana dopo circa 1.000 km in pullman. Tutti gli altri si piazzeranno in piazza Garibaldi a Sassuolo, davanti al maxischermo, come già accaduto a maggio per la finale di Coppa Italia che grazie al successo della Juve sul Milan sancì la qualificazione ai preliminari dei neroverdi e a luglio per l’andata della doppia sfida con il Lucerna. Ma in realtà oggi i tifosi del Sassuolo saranno all’incirca 30 milioni, prendendo per buona l’indagine demoscopica che valuta nel 52% della popolazione italiana gli appassionati di calcio. Da Aosta a Catania, chi ama il pallone segue con simpatia il Sassuolo e stasera ancora di più. Al Marakana di Belgrado sventola il tricolore e all’improvviso sembrerà di essere tornati indietro di una trentina d’anni, quando gli stranieri ammessi erano solo due per squadra e dal 1988 appena tre. Di Francesco ha portato in Serbia venti giocatori e gli stranieri sono tre: l’olandese Letschert, lo spagnolo Lirola e il ghanese Duncan. A casa, infortunato, è rimasto il francese Defrel. Duncan e uno tra Letschert (favorito) e Lirola saranno anche titolari, insieme a nove italiani: una formazione ben diversa da quella di martedì sera all’Olimpico, quando la Roma è scesa in campo con De Rossi e dieci stranieri. IL PROGETTO Intendiamoci: il problema non sono gli stranieri. Il problema è la mentalità dei dirigenti che non capiscono l’importanza di puntare sui giocatori italiani e possibilmente giovani. Uno dei segreti del Sassuolo è questo: quasi tutti italiani, molti giovani e poi gli stranieri giusti al posto giusto. L’età media dei convocati per la partita di stasera (decisiva per la qualificazione ai gironi di Europa League) è di 26 anni e mezzo, ma incidono parecchio i 35 anni del secondo e del terzo portiere. A casa sono rimasti il 25enne Defrel e il 20enne Pellegrini. È vero che poi tra i titolari ci sono giocatori di esperienza come Cannavaro (35), Peluso (32), Magnanelli (31), Biondini (33) e probabilmente Matri (32). Ma a conquistare è il progetto generale di un Sassuolo che vive il presente costruendo il futuro e restando legato all’idea di una squadra profondamente e orgogliosamente italiana. La strada virtuosa è questa e allora è normale che oggi tutti tifiamo Sassuolo. Il concetto non sfugge a Eusebio Di Francesco: «Però credo che a stimolare la simpatia della gente non sia solo la componente italiana, quanto la nostra idea di calcio. Se fossimo sempre chiusi in difesa e buttassimo la palla in avanti, magari saremmo meno simpatici. In assoluto, è importante avere una base italiana su cui poi inserire alcuni stranieri. La società ha dimostrato che in questo modo si può fare un serio progetto di crescita». ECCO RAGUSA Il Sassuolo non sta mai fermo. Ieri la dirigenza guidata dall’a.d. Giovanni Carnevali ha promosso all’ambasciata italiana un incontro aperto ai partner commerciali del club. Nulla viene lasciato al caso, naturalmente nemmeno sul mercato. È stato definito l’acquisto di Antonino Ragusa, esterno del Cesena, costato 2,4 milioni: un altro italiano di 26 anni. Ma per la probabile qualificazione in Europa League Di Francesco si aspetta un altro regalo: Papu Gomez, che non è italiano, non è giovanissimo (28 anni), ma è bravo e funzionale al progetto tattico. Magari l’Atalanta non lo venderà, ma le idee sono chiare. Così si costruiscono le squadre, così si cresce anno dopo anno.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.