Gazzetta dello Sport: “De Zerbi: allievo di Marino e stagista da Pep. Un «baby» tecnico da calcio show”

“A giugno aveva resistito alla tentazione di sbarcare in Serie A, alla guida del Crotone, decidendo piuttosto di tentare un’altra avventura sulla panchina del Foggia, a caccia della promozione in B. Dopo un’estate rovente, con il divorzio clamoroso dal club rossonero, Roberto De Zerbi trova un posto sul palcoscenico più prestigioso: grazie alla chiamata del Palermo, esordirà in A risultando con i suoi 37 anni il più giovane allenatore in questa stagione.

PERSONALITA’ «Come tecnico, sono nato ieri: 6 mesi in D al Darfo Boario e due stagioni in Lega Pro a Foggia. Ma non mi manca il coraggio per cimentarmi in A», pensieri e parole di De Zerbi a giugno. Carattere forte, spiccata personalità, il bresciano non accetta compromessi. A metà agosto ha rotto in maniera traumatica con il Foggia, stanco di attendere i rinforzi dal mercato. Ora ricomincia dal Palermo, che per lui sarà un’autentica prova del fuoco per il rapporto con Zamparini presidente… mangia-allenatori.

LUI E ZEMAN Considera Pasquale Marino il suo maestro. Ammira il calcio di Pep Guardiola, tanto che quasi 4 anni fa, con Rino Gattuso, andò a studiare il Bayern Monaco. De Zerbi lavora sul 4­-3-­3 di base, che ha sviluppato poche volte in 3­-4-­2-­1 e 4-­2-­3-­1. Nelle due stagioni alla guida del Foggia, ha fatto i conti anche con l’intrigante paragone con Zdenek Zeman. «Ma il mio modo di far giocare la squadra è molto diverso da quello del boemo. Lui cerca immediate verticalizzazioni, invece io preferisco far mantenere il possesso della palla e poi tentare l’imbucata e i tagli improvvisi per gli attaccanti», ha spiegato De Zerbi.

TIQUI-TACA Non lo chiama tiqui­taca per non scomodare, in modo irriverente, sua maestà Guardiola. Da giocatore De Zerbi si è esaltato anche nel Foggia, con Marino allenatore, al quale continua a chiedere consigli. Il suo Foggia è stato una macchina da gol: 63 reti due stagioni fa, 61 nello scorso torneo, per la formazione più prolifica in Lega Pro. «Mentre la squadra attacca, guardo i movimenti della difesa, dove sboccia il progetto tattico. Mi piace Paulo Sousa, il più innovativo. Poi Sarri, Spalletti e Montella. Ma non basta il calcio bello a vedersi. Ammiro la carica agonistica che trasmettere Simeone»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.