Gazzetta dello Sport: “Corini assolve il Palermo: «I limiti sono strutturali». Cori dei tifosi contro Zamparini”

“La panchina traballa, l’orgoglio no. Eugenio Corini guarda dritto in faccia al presente («Abbiamo perso un altro punto sull’Empoli») ma pure all’immediato futuro, che sarà Maurizio Zamparini a scrivere. «Col presidente – dice – ci confronteremo tra stasera e domattina (oggi, ndr) e capiremo quello che si potrà fare e quali sono gli obiettivi, ma quella che ho visto in campo è una squadra alla quale non mi sento di rimproverare nulla, anche se ha limiti strutturali, ed è una squadra che sta crescendo, e che sta dando buoni segnali». Quanto buoni sono i segnali lo deciderà Zamparini, ma se quelli che manda la classifica non sono granché, il tecnico rivendica comunque come quanto si potesse fare, al Mapei Stadium, si è fatto. Con unmodulo che ha sorpreso in avvio e al quale Corini ha provato ad aggiungere, a gara in corso, prima la qualità di Diamanti poi i centimetri di Balogh. RAMMARICO Tutto inutile, ma solo dal punto di vista di un risultato che, dice Corini, «non meritavamo, meno che mai in queste proporzioni di passivo: abbiamo attaccato e cercato la porta, siamo sempre rimasti in partita e ci ha condannato qualche errore di troppo. Prima che il Sassuolo segnasse il terzo gol avevamo sfiorato il pari con Rispoli». Recrimina, Corini, e non ha tutti i torti, spiega come «quando ogni partita giochi una finale diventa anche difficile far crescere il gruppo nel modo giusto» e aggiusta il tiro sulla metafora «atomica» della vigilia. «La metafora forte usata apposta, per rivendicare un’idea, per ricordare che non è obbligatorio mettere in discussione tutto e sempre: come ho detto, io vedo segnali di crescita, ma per assecondare questa crescita occorre andare tutti nella stessa direzione». MESSAGGIO Chissà se il messaggio è per Zamparini o per l’«ambiente»: di sicuro lo hanno recepito i tifosi che dagli spalti reggiani, con cori contro la presidenza hanno già scelto da che parte stare, anche se il tecnico smorza. «Non sono uomo di contrapposizioni: io faccio il mio lavoro e lo faccio con senso di responsabilità. Volevo si uscisse dal limbo, e ho avuto le risposte che volevo da una squadra che ho messo in campo per vincere. Un palleggiatore in più in mezzo al campo mi serviva per “fare” la gara e la mossa ha pagato, almeno fino al 3­1». È stato quell’errore – incomprensione tra Morganella e Posavec a dare via libera a Matri – a «stendere» il Palermo. «Ma ci abbiamo sempre provato, giocando con la mentalità giusta. Ovvio che il Sassuolo, che ha grandi qualità tecniche, ci abbia messo in difficoltà sui contrattacchi. Ma se devi salvarti devi anche provare a vincere, e rischiare: si cresce anche così».”. Questo quanto riferito da “La Gazzetta dello Sport”.