Gazzetta dello Sport: “Calandra, l’ex benzinaio che fa il pieno di rigori. Adesso rivoglio Palermo in A”

L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” riporta le parole di Calandra, portiere del Troina che ha chiuso la porta al Palermo domenica al “Barbera”: «Per me il pallone era un capitolo chiuso – confessa il portiere del Troina –. L’anno scorso prima di Natale ero andato via da Varese e avevo mollato tutto. Troppe delusioni, il mondo del calcio non è solo sogni e gloria. La realtà è diversa e io mi ero disamorato». Fino a due mesi e mezzo fa, Antony –come lo chiamano gli amici– faceva il benzinaio e tra i suoi clienti c’era pure Accardi. Poi è arrivata la chiamata di un amico, il preparatore dei portieri del Troina, Gagliardi, che lo ha convinto a ricominciare: «Francesco è un amico vero, siamo cresciuti assieme. Mi sono fidato di lui e dei miei familiari che mi chiedevano di riprovarci. E così sono andato al Troina». Dalle parole di Calandra filtra orgoglio e felicità, ma anche la consapevolezza che niente è dovuto al caso: «In squadra ci sono 9 palermitani. L’abbiamo preparata benissimo, perché ci tenevamo a fare bella figura. Per quanto riguarda i rigori, sono un po’ la mia specialità. Col Fondi, 3 anni fa, ho vinto la Coppa Italia di Serie D e in finale ne parai 2. In partita però non mi era mai capitato». A farne le spese sono stati Ricciardo e Sforzini, come Rizzolo e Maiellaro, nel ‘95, quando il Palermo sconfitto in casa dal Piacenza per 2-0 sbagliò 2 rigori e anche in quella occasione in porta c’era un palermitano, Taibi: «Non sapevo di questa coincidenza», dice Calandra, da sempre tifoso rosanero: «Da piccolo andavo in curva. I miei modelli? Sirigu e Jimmy Fontana. Tifavo Palermo e nel Palermo allora ci giocavo». Già perché Calandra è passato dal settore giovanile della vecchia società, giocando nella formazione Giovanissimi e in quella Allievi. A sostenere Calandra allo stadio c’erano anche amici e familiari: «A loro devo un enorme ringraziamento – racconta il portiere –, perché è anche grazie al loro sostegno se ho ricominciato». A testimoniare la valanga d’affetto che si è abbattuta su Calandra c ’è il suo smartphone: «Ho ricevuto centinaia di messaggi e telefonate, ho dovuto spegnerlo per riposarmi un po’. È stato bello e gratificante perché ho fatto molti sacrifici per il calcio». In 8 giorni, Calandra ha affrontato prima il Savoia e poi il Palermo. Inevitabile fare un paragone: «Secondo me i rosanero sono più forti – dice Calandra –. Il Savoia è una squadra fisica, buttavano il pallone avanti e al 92’ hanno trovato un gol fortunoso. Il Palermo ha più qualità, a mio parere. Non ha vinto contro di noi perché abbiamo fatto una gran partita, ma ha creato parecchio. Il mio augurio? Beh, spero che quando affronterò di nuovo il Palermo, nel match di ritorno, la squadra di Pergolizzi abbia già festeggiato la promozione in Serie C. Tifo per loro e spero di rivedere presto il mio Palermo in Serie A».