Gazzetta dello Sport: “Berlusconi, spesi 820 milioni fino alla resa. Ecco i tre colpi più costosi…”

Con l’annunciata uscita di Berlusconi sta per tramontare definitivamente il mecenatismo all’italiana che ha accompagnato l’epopea del «campionato più bello del mondo» ed è stato, in fondo, anche la sua condanna. La globalizzazione del calcio e l’avvento dei nuovi ricchi hanno trovato impreparato il nostro sistema. I mecenati erano già andati in crisi da alcuni anni, dopo aver pompato soldi, costruito sogni, sbaragliato la concorrenza e vinto trofei, illuso e disilluso i tifosi. Prima Massimo Moratti, ora Silvio Berlusconi: 2,1 miliardi di euro spesi in due nella stessa città, fino all’epilogo orientale. Nel caso del Milan, dal 1986 a oggi il Cavaliere ha investito 820 milioni sotto forma di versamenti e aumenti di capitale, escludendo i quasi 26 miliardi di lire di allora (13,4 milioni di euro) che servirono per acquistare le azioni possedute da Farina e soci. Nella prima, vera stagione operativa al comando (1986­87), Berlusconi tirò fuori 41 miliardi e 200 milioni di lire, cioè 21,3 milioni di euro. RECORD Nell’ultimo esercizio chiuso il 31 dicembre 2015 Fininvest è arrivata a versare 150 milioni nel Milan, il record di spese dell’era berlusconiana. Uno sforzo senza precedenti motivato da due fattori: il buco di bilancio provocato dall’assenza dalla Champions e la voglia di rilanciarsi nel mercato dell’estate scorsa in cui sono arrivati Bacca, Romagnoli e compagnia per un saldo finanziario negativo di 115,6 milioni tra acquisti e cessioni. La svolta auspicata non c’è stata, il Milan è rimasto fuori dall’Europa e in profondo squilibrio gestionale: tutto questo ha indotto Berlusconi ad alzare bandiera bianca. In trent’anni il patron ha stravolto le regole del gioco e del calcio­spettacolo, ha vinto 28 trofei portando il Milan in cima al mondo ma non è quasi mai riuscito a conciliare i risultati sportivi con quelli economici: solo tre volte si sono registrati profitti, nel 1990/­91, nel 1999­ 2000 e nel 2006. Negli ultimi due anni (2014 e 2015) è stato accumulato un deficit di 180 milioni: oltre non si poteva più andare. POLITICA Fininvest riceverà dai cinesi 520 milioni (oltre a liberarsi dei 220 milioni di debiti). Il saldo trentennale tra il dare e l’avere è negativo, ma la holding realizzerà una bella plusvalenza. E poi il Milan, oltre a essere stato un affare di cuore, ha restituito molto in termini di consenso politico a Berlusconi. Questo non va dimenticato”. Questo si legge sull’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport” in merito alla situazione del Milan.