Gazzetta dello Sport: “Ahi Sassuolo, così ti butti via. Vai Palermo, un pari dorato. Rosanero pratici anche in 10”

“Centesima in A, ma la festa non è qui, il Mapei Stadium è diventato un posto godibile per gli ospiti più che per il Sassuolo che in casa non vince da tre mesi. Non è bastato tirare, in porta e fuori, 16 volte, avere un possesso palla del 64 per cento (solo contro il Frosinone era stato più alto), fare la partita senza se e senza ma. Il declinante Palermo di questi tempi aveva bisogno solo di una cosa: dimenticare l’orribile mercoledì col Milan e ripartire. L’ha fatto concedendo il minimo allo spettacolo e, con Gilardino lasciato a sorpresa in panchina, affidandosi alla qualità degli altri due uomini chiave: Sorrentino e Vazquez. POCA LUCIDITÀ Tre punti (e zero vittorie) nelle ultime sei partite, appena due nel girone di ritorno, ma Di Francesco rifiuta la parola crisi: «Visto quante palle gol abbiamo creato?». Vero, ma questo 2-2 conferma la lacuna strutturale che accompagna la squadra da tempo: la mancanza di un centravanti in grado di chiudere i conti. Con Berardi in evidente crisi di crescita (4 gol finora, contro i 7 dell’anno scorso e i 12 di due anni fa), il 4-3-3 di lontane origini zemaniane sta vivendo un periodo piuttosto lungo di scarsa produttività: Falcinelli, prima stagione in A, fatica a prendere le misure con la categoria (ma lo stesso potrebbe accadere al rinforzo di gennaio, Trotta), mentre Defrel è un esterno funzionale al tridente, non un cannoniere da doppia cifra. Ieri ha anche segnato e dopo il gol si è trasformato. Al di là dell’imprecisione degli attaccanti, qualcosa non ha comunque girato come al solito nel Sassuolo: lento di testa (Magnanelli), con Missiroli devastante ma isolato: al rientro dopo un mese, è uscito stremato dopo un gol (testa, bella la sponda di Antei) e tanta corsa. Il vantaggio dell’uomo in più nel quarto d’ora finale ha provocato una specie di assedio, 4 palle gol, tanta rabbia e poca lucidità, mentre Di Francesco cambiava modulo passando al 4-2-4 con Sansone al posto di Missiroli. UOMINI CHIAVE Sorrentino più Vazquez: il Palermo ha retto l’urto con gli estremi. Il Mudo, schierato in teoria da esterno destro, ha spaziato per tutto il campo mandando in confusione Peluso, ma non solo lui. Ha segnato con un intelligente piattone di sinistro, poi ha messo sulla testa di Djurdjevic la palla del pareggio. «Ha tenuto la squadra da solo», ha detto Di Francesco, ammirato. Il Palermo ha giocato con prudenza e furbizia: due tiri in porta, due gol. Elogio di un sano realismo necessario per puntellare una classifica che fa ancora paura. Dopo l’espulsione di Lazaar, la coppia Tedesco-Schelotto ha rischiato per 5 minuti una squadra sbilanciata in avanti (centrocampo con due mediani, due uomini offensivi e Chochev terzino), poi ha fatto la mossa più logica: via un attaccante, Djurdjevic, dentro un difensore, Rispoli. Missione compiuta: cancellato l’incubo milanista”. Questa l’analisi di Sassuolo-Palermo condotta dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.