Gazzetta dello Sport: “A difesa della salvezza. Il Palermo fa la conta”

“Difesa a 3 o a 4? È questo il dilemma che Corini si porterà dietro fino a poche ore prima della partita col Sassuolo. In settimana ha provato entrambe le soluzioni, ma ad oggi non ancora deciso. Di certo c’è che se il tecnico bresciano cambierà impostazione, lo farà perché obbligato dalle assenze, più che per scelta. Agli infortunati Rajkovic e Andelkovic, infatti, per la partita di domani si è aggiunta l’indisponibilità di Cionek, squalificato per un turno dopo il giallo rimediato a Empoli. A disposizione di Corini, quindi, restano solo Gonzalez, Goldaniga, Vitiello e il giovane Pezzella, quest’ultimo utilizzabile sia da esterno sinistro che da terzo centrale di difesa, come a Firenze, in occasione dell’esordio del Genio sulla panchina rosanero. La scelta del modulo ovviamente determinerà l’impiego degli uomini: nel caso di difesa a 3, con Gonzalez e Goldaniga ci sarà proprio Pezzella a completare il reparto, con uno tra Aleesami e Morganella, esterno sinistro di centrocampo. In caso di linea a 4, invece, il difensore napoletano potrebbe essere schierato da terzino, con Rispoli sulla corsia opposta e la coppia GonzalezGoldaniga in mezzo. Difficile pensare che Corini possa rispolverare Vitiello. L’ex Siena quest’anno ha messo assieme appena 3 presenze e non gioca da metà ottobre, dalla disastrosa sfida col Torino persa 4­1 in casa. IL PREFERITO Finora il Palermo di Corini ha sempre giocato a tre dietro, una disposizione tattica che l’allenatore ha sposato sin dal suo arrivo e che la squadra stessa sente di poter interpretare meglio, vuoi per le caratteristiche dei singoli, vuoi per il lavoro svolto negli ultimi anni, soprattutto sotto la guida di Iachini, l’allenatore che più di ogni altro è riuscito a lavorare con continuità dal ritorno in Serie A in poi e che tutti i difensori ora a disposizione di Corini hanno avuto modo di conoscere. In questo senso, non può essere un caso se il Palermo di quest’anno è riuscito a far punti solo quando ha giocato a 3 dietro, a prescindere dall’allenatore di turno. Ha disegnato così il Palermo Ballardini, sin dal ritiro di Bad Kleinkirchheim, riuscendo a far soffrire il Sassuolo alla prima di campionato e a strappare un punto a San Siro all’Inter, alla seconda. SVOLTA SFORTUNATA Con l’arrivo di De Zerbi la squadra ha cambiato immediatamente impostazione, ma per poco. L’ex allenatore del Foggia, infatti, scelse di giocare a 4 in difesa al suo esordio – contro il Napoli –ma nell’intervallo del match successivo, col Crotone, cambiò: sotto di un gol, il Palermo risistemato a 3 dietro riuscì a recuperare, rischiando perfino di vincere. Una trasformazione che convinse lo stesso De Zerbi a confermare l’impianto di gioco nelle partite successive che portarono alla vittoria di Bergamo con l’Atalanta, alla sconfitta con la Juve (una sconfitta in cui però il Palermo tenne testa a lungo ai campioni d’Italia) e allo sfortunato pareggio di Marassi contro la Samp: 5 punti in 5 partite, in perfetta media salvezza. A far tornare De Zerbi sui suoi passi furono le pesanti sconfitte con Torino e Roma: 8 gol incassati in 2 partite (complici anche una serie di errori individuali) che determinarono il ritorno alla difesa a 4 e la sfilza di sconfitte che ha fatto precipitare in Palermo in classifica, fino all’esonero dello stesso De Zerbi.”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.