FeralpiSalò, furia Pasini: «Il sistema non ci vuole in B»

L’edizione odierna di Tuttosport riporta una lunga intervista al patron della Feralpisalò Giuseppe Pasini furioso con la Lega B e con gli arbitri.

Giuseppe Pasini non ne può più. E vuota il sacco. «Mi prendo tutte le responsabilità di quello che sto per dire, ne ho parlato col presidente Balata, lui sa già tutto».

Il n.1 della Feralpisalò lo fa per i suoi ragazzi, il suo staff e i suoi sponsor, ancora prima che per se stesso. Il gol annullato alla sua squadra al 94’ nello scontro salvezza con l’Ascoli è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Con Tuttosport denuncia ciò che non tollera più.

Pasini: vi sentite penalizzati dagli arbitri? «Se fi no a prima di sabato avevo il dubbio che il sistema non ci volesse in B, adesso ne ho la certezza. Ormai gli episodi a nostro sfavore sono troppi. Inoltre devo assistere a designazioni strane, che si ripetono e a spiegazioni a volte grottesche».

Perchè non dovrebbero volervi in B? «È semplice: rappresentiamo un paese di 10.000 abitanti, abbiamo pochi tifosi allo stadio e non avendo un impianto a norma dobbiamo giocare fuori regione. Tutto questo a qualcuno non sta bene».

Non ha timore di incorrere in provvedimenti pesanti dopo queste dichiarazioni? «Sono convinto di quello che sto dicendo. Mi dimostrino il contrario».

Stupisce che una persona controllata come lei abbia deciso di uscire allo scoperto. «Perché non ce la faccio più a tenermi tutto dentro. Pure il presidente Balata, che mi ha chiamato, si è detto stupito e deluso di quanto ci sta accadendo, anche lui ha visto il gol che ci è stato annullato sabato e non si dà una spiegazione».

Lei ha parlato con l’arbitro? «Ho parlato con Maggioni, che era al Var. L’ho incrociato a fi ne partita negli spogliatoi e mi ha detto che è stata la stessa dinamica del gol annullato al Lecce contro il Milan. Spiegazione che mi ha dato molto fastidio: prima di tutto perché non credo che esistano dinamiche uguali da un gol con l’altro inoltre perché dalle immagini si vede che Balestrero fa un passo all’indietro mentre Di Tacchio ne fa uno in avanti, ma il nostro giocatore come poteva accorgersene dando le spalle all’avversario. Inoltre il gol è di Manzari, che supera con una meravigliosa rovesciata Viviano. Cosa c’entrano Balestrero e Di Tacchio anche se sono sulla linea di porta? Quanto influisce quel contatto, che ripeto è un contatto fortuito e non un fallo del nostro giocatore? E poi ci sono altre situazioni che non mi stanno piacendo, designazioni che si ripetono così come gli errori».

Cosa intende? «Marcenaro, l’arbitro di sabato con l’Ascoli, è lo stesso della partita col Suditirol del 13 gennaio quando non è stato sanzionato un mani di Tait nella loro aerea e non è stato consultato il Var per un fallo apparso evidente su Felici. Due rigori per noi, che avrebbero cambiato l’esito della partita (1-0 per il Sudtirol, ndr). Lo stesso Maggioni era al Var nella partita di Reggio Emilia del 3 febbraio quando siamo rimasti in 9 prima per un rosso diretto a Fiordilino, che era solo cartellino giallo, e poi per la doppia ammonizione a Butic al quale sono saltati i nervi per gli insulti razzisti, che tutti hanno sentito in campo arrivare da un avversario, ma che non hanno portato provvedimenti del Giudice Sportivo. Potremmo parlare della partita con lo Spezia quando al Var c’era sempre Maggioni e richiama il Var per annullare il gol a Letizia. Avrei voluto vedere se tutti questi episodi fossero capitati contro squadre come Parma, Palermo, Como, Cremonese… Sarebbe saltato fuori un putiferio»

Il Var toglie personalità agli arbitri? «Sì, possono lavarsene le mani e invece dovrebbero essere loro ad avere l’ultima parola, altrimenti tanto vale che arbitrino dall’alto o da una sala in un’altra città». Lei è nel Direttivo della Lega B, pensa di dimettersi? «Non lo nego, almeno sarei più libero di denunciare certe cose. Ma oggi ho deciso di farlo lo stesso».

Teme che per la Feralpisalò sia il caso di rassegnarsi alla C? «Assolutamente no. Ce la giocheremo fino in fondo, ma non è giusto che a fi ne partita veda i miei giocatori piangere dal nervoso, vittime di ingiustizie».