Escl. Stirpe: «Il Palermo ha una rosa da serie A. Tedino una persona solida. Nostri obiettivi…»

Il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe, intervistato in esclusiva da Ilovepalermocalcio, ha parlato del match di sabato contro il Palermo, delle candidate alla promozione e dei benefici che porta uno stadio di proprietà ai club. Queste le sue dichiarazioni:

Sabato uno scontro diretto per la promozione contro il Palermo. Che tipo di match si aspetta?

«Sarà una partita aperta. Siamo all’inizio del campionato e le due squadre ci terranno a far vedere le loro qualità. Mi auguro che sia una partita non soffocata dal tatticismo».

Per la gara di sabato Tedino potrà contare su tutti i Nazionali, che però faranno pochi allenamenti in gruppo. Questo può essere per voi un vantaggio?

«Non penso perché arrivati a questo punto e dopo 3 mesi di preparazione i calciatori hanno ben assimilato le richieste del mister. Da questo punto di vista non penso possano esserci dei vantaggi per noi».

Dei rosanero chi potrebbe essere determinante per la sfida di sabato?

«Faccio fatica a dire un nome. Il Palermo ha una rosa da serie A. In squadra ci sono calciatori che hanno fatto molto bene nella massima serie e sono tutti temibili. La differenza sarà fatta dalla qualità dei calciatori e da chi riuscirà a far prevalere la qualità potrebbe vincere».

La classifica della serie B è molto corta,  le squadre sono addirittura raccolte tutte in 7 punti. Pensa sarà un campionato combattuto o presto verranno fuori i valori reali delle squadre?

«In questo momento i veri valori non sono emersi, se non in qualche caso. Penso che i veri valori si cominceranno a vedere alla fine di novembre».

Con chi pensa che dovrete lottare per raggiungere la massima serie?

«Innanzitutto bisogna vedere se noi possiamo raggiungere la massima serie. Io penso che siamo una buona squadra, che può stabilmente stare nella parte sinistra della classifica, poi se avremo la “birra” nelle ultime dieci giornate ci giocheremo la possibilità di entrare nei play-off. Buona parte della critica ci accredita, secondo me immeritatamente, dei meriti che non abbiamo. Per entrare nella griglia dei play-off deve girarci tutto alla perfezione».

Chi vede come candidate alla promozione diretta?

«Dire le tre retrocesse sarebbe quasi scontato, ma hanno le potenzialità per poterci tornare. Anche qualche neo promossa dalla C alla B, come successo negli ultimi anni anche a noi, penso che possa lottare per la promozione giocando sulle ali dell’entusiasmo».

Vi aspettavate che Longo potesse fare così bene?

«Quando ho conosciuto Longo mi ha colpito la sua chiarezza d’idee e la voglia di arrivare. Le sue qualità le aveva già messe in evidenza la scorsa stagione con la Pro Vercelli e anche nelle squadre giovanili del Torino. Quindi mi aspettavo che potesse far bene, anzi era più che un auspicio».

Ha avuto modo di vedere il Palermo? Cosa ne pensa di Tedino?

«Ho visto il Palermo in più di un occasione e nonostante tutte le vicissitudini, compresi i Nazionali, è l’unica squadra imbattuta in B. E’ una formazione con una sua fisionomia e una sua solidità. Di Tedino penso che sia una persona abbastanza solida».

Da qualche settimana avete inaugurato il “Benito Stirpe”. Che benefici porterà il nuovo stadio al club?

«Innanzitutto può portare il vantaggio di utilizzarlo per fare degli eventi non necessariamente legati all’attività calcistica, come per esempio il centro congressi, lo spazio per fare concerti, il centro medico o la palestra polifunzionale. Costruiremo il “Frosinone Village” che sarà uno spazio da utilizzare per manifestazioni di tipo commerciale. Ritengo che per società tipo quelle che militano in B e non eccedono per risorse sia una scelta obbligata perché ti da la possibilità di accedere ad una diversificazione dei ricavi indispensabile per sostenere i costi di un campionato di serie B e riesce a far diventare un club sempre più autosufficiente. L’importante è che le società non dipendano dalla benevolenza dei proprietari che in certi momenti possono avere disponibilità e altri no, però un club di calcio per poter avere una sua continuità deve vivere di luce propria, anche perché la squadra è di proprietà dei tifosi e noi siamo solo dei gestori pro tempore».

In Italia molte società hanno provato a costruire uno stadio di proprietà, però la burocrazia spesso volentieri non permette tutto ciò. Perché secondo lei?

«Perché siamo un Paese complesso e ci divertiamo a farci del male da soli. La storia per la costruzione degli stadi ce la ritroviamo di fronte quando si parla della costruzione di nuove strutture. Penso che ci sia il bisogno di cambiare la mentalità e i regolamenti che costituiscono più un ostacolo che delle agevolazioni per la realizzazione di queste infrastrutture».

Lotito qualche anno fa disse che società come Frosinone e Carpi in serie A fanno perdere interesse al campionato. Ripensando a quella frase che sentimento prova?

«Io penso che l’interesse al campionato si perde perché la differenza tra chi guadagna di più e chi guadagna di meno è superiore a cinque volte. Per chi arriva competere non è facile perché si devono avere a disposizione ingenti capitali, come li ha per esempio il Sassuolo, o si è destinati ad occupare la parte bassa della classifica se non a retrocedere. Chi ha governato il calcio negli ultimi anni dovrebbe farsi un bell’esame di coscienza perché ha fatto sì che i forti siano sempre più forti e i più deboli sempre più deboli. Con questa via non hanno certamente migliorato il movimento. Mi sembra che noi non eccelliamo in niente a livello internazionale eccetto la Juventus, per il resto mi sembra che questa politica non ha proprio pagato. In Inghilterra è possibile che Leicester possa vincere il campionato, invece in Italia è impossibile che il Frosinone una volta approvato in serie A possa rimanere due anni perché la sproporzione è molto elevata . Io ho proferito non spendere i soldi per acquistare i calciatori, ma per costruire le infrastrutture necessarie e adesso ci ritroviamo uno stadio che ci invidiano tutti, un centro sportivo di primo livello e un settore giovanile che può essere il futuro del club».