Escl. Mancini: «Palermo, senza la A sarebbe una stagione fallimentare. Mignani…»

Riccardo Mancini ha parlato in esclusiva ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com. Il noto telecronista di DAZN si è soffermato su Cosenza-Palermo, partita della 33esima giornata di Serie B da lui commentata, e sulla stagione dei rosanero.

Come giudica la prestazione del Palermo contro i calabresi?

«Per quanto riguarda gioco, mentalità, personalità e proposta offensiva ho notato dei miglioramenti. Purtroppo vengono commessi i soliti errori difensivi, al netto di un rigore un pò generoso. La squadra non è ancora totalmente sicura di sè ed è un problema, anche perchè mancano solamente cinque partite alla fine del campionato. Però il lavoro di Mignani si percepisce, ha trovato nuove idee e nuove vie per impostare il gioco. A mio parere, a livello di rosa, il Palermo resta una delle formazioni più forti del campionato a cui è spesso mancata la consapevolezza dei propri mezzi. La rosa è stata costruita bene: ci sono giocatori esperti, giovani, di talento e in rampa di lancio, per cui c’erano tutti i presupposti per far bene. Sicuramente qualcosa non ha funzionato. Adesso l’obiettivo, seppur difficile, è migliorare la propria posizione in ottica playoff che, una volta consolidati e raggiunti, dovranno essere giocati al meglio».

Come valuta l’esonero di Corini e l’arrivo di Mignani?

«A mio parere il Palermo necessitava di una scossa. Sinceramente Corini mi piaceva, sia per come aveva impostato il suo lavoro sia per come, per certi aspetti, faceva giocare la squadra. Però ho avuto la percezione che i giocatori, ad un certo punto, non lo seguissero più. L’anno scorso Mignani ha fatto un ottimo lavoro, nonostante non era previsto che il Bari facesse quel tipo di percorso, e il suo arrivo in rosanero è stato utile. Gli ultimi due risultati, in parte, l’hanno dimostrato. Quest’anno al Palermo è mancata la personalità nei momenti decisivi e fondamentali, per cui l’ambiente aveva bisogno di una scossa specialmente su questo aspetto e il cambio in panchina può, e poteva, servire per un cambio di passo».

Contro il Parma può essere la gara giusta per cambiare rotta e per prepararsi al meglio in vista degli eventuali playoff?

«Sicuramente può e deve essere la prova del nove della stagione. Mi aspetto un Palermo che finalmente dimostri il suo valore. Venerdì sera può essere un match propedeutico per prepararsi ai playoff. Confrontarsi con la squadra più forte del campionato, per quello che si è visto, può rappresentare un punto di svolta. Tornando al discorso della consapevolezza dei propri mezzi, per alcuni giocatori può essere la giusta occasione. Vincere potrebbe dare lo slancio per ripartire con forza: i rosanero potranno sfruttare il calendario in quanto avranno due partite consecutive in casa».

Secondo lei quali squadre saliranno direttamente in Serie A e chi, invece, potrebbe far bene ai playoff?

«Con il Parma ad un passo dalla Serie A, nonostante un piccolo calo fisiologico nelle ultime partite, secondo me per il secondo posto è lotta tra Como e Venezia. Ultimamente la Cremonese, altra rosa ben costruita, ha commesso qualche passo falso di troppo, allontanandosi quasi definitivamente dalla promozione diretta. Sia Como che Venezia hanno calendari simili, di cui quattro gare abbordabili e una difficile. I veneti giocheranno contro i grigiorossi e i lombardi possono approfittarne: a cinque giornate dalla fine avere continuità e tre punti di vantaggio sull’inseguitrice può essere fondamentale».

C’è un giocatore del Palermo che l’ha particolarmente impressionata?

«Sarebbe facile se dicessi Brunori, per via delle sue capacità realizzative e di trascinatore, Mi piace anche la serenità con cui difende Ceccaroni ma, se devo citare uno dei giovani più luminosi di questa squadra, faccio il nome di Lund. Il danese ha numerose potenzialità e qualità. Sta crescendo a livello difensivo e mi piace per come si propone in fase offensiva: ha un bel piede, crossa molto bene e ha personalità. Forse un suo difetto è l’attenzione in fase difensiva in certe situazioni. Nel complesso è sicuramente uno di quei giocatori che può crescere ancora».

Se il Palermo non dovesse salire in Serie A si potrebbe parlare di fallimento?

«Per me sì. Più che altro aumenterebbero i rimpianti per non aver cambiato allenatore qualche mese fa e per non essere riusciti a conquistare punti in più, soprattutto in casa. Il Palermo è una squadra forte che ha solo il bisogno di essere messa nelle condizioni per rendere. Questa rosa è stata costruita per raggiungere quell’obiettivo e gli acquisti lo dimostrano. Se non dovesse arrivare la promozione presumo ci siano delle riflessioni per capire se cambiare ulteriormente, sia a livello di rosa sia in generale».