Escl. Gasbarroni (intervista integrale): «Ricordo ancora la bolgia del “Barbera”, è triste vederlo vuoto. Zamparini grande intenditore, ma l’entusiasmo è finito e il Palermo…»

Archiviata la sosta per gli impegni delle Nazionali, la serie A torna in campo. A chiudere l’ottava giornata di campionato sarà il Palermo, che ospiterà al “Renzo Barbera” il Torino in occasione della 1000^ gara nella massima serie. Per parlare della sfida e di tanto altro, abbiamo contattato in esclusiva un doppio ex del match. Si tratta di Andrea Gasbarroni, ecco le sue parole ai microfoni di Ilovepalermocalcio:

Lunedì sera al “Renzo Barbera” si affronteranno due tue vecchie conoscenze. Che partita ti aspetti tra Palermo e Torino?

«Una gara equilibrata. Il Torino viene da due vittorie consecutive contro squadre importanti, ma di fronte avrà una squadra che durante la sosta ha potuto lavorare di più con De Zerbi. Il Palermo cercherà di mettere in campo le idee del nuovo mister che è un allenatore molto preparato. I rosanero cercheranno di fare risultato. Chi parte favorito? Il Toro mentalmente può sfruttare la striscia positiva, saranno carichi ma non posso dire che partono favoriti. Certo, quest’anno i granata hanno una squadra importante».

C’è qualcuno che secondo te può fare la differenza da entrambe le parti? È attesissima la sfida Belotti-Nestorovski…

«Il Toro ha Belotti che sta facendo benissimo e Iago Falque che ha tanta qualità. Il Palermo, invece, ha Nestorovski e Diamanti che può fare qualcosa di importante nel corso della gara. Anche lui ha tanta qualità».

In generale, che campionato ti aspetti da Palermo e Torino quest’anno?

«Se continuano così i granata possono puntare all’Europa League, anzi dovrebbero proprio porselo come obiettivo. Il rosanero, invece, con De Zerbi verranno fuori e troveranno il giusto equilibrio. Ad oggi mi auguro che si possano salvare in maniera tranquilla. Sono molto affezionato a Palermo, ho fatto due stagioni bellissime e spero che possa rimanere nella massima serie senza troppi affanni. La serie A è un campionato difficile, ma credo che i rosanero potranno far bene».

Sei stato uno dei protagonisti della storica promozione del Palermo in serie A. Che ricordi hai di quel periodo in rosanero?

«Ho dei ricordi bellissimi, perché ho avuto la fortuna di giocare nel Palermo che ha conquistato la storica promozione. C’era un entusiasmo pazzesco, straordinario. Ho dei ricordi anche ben impressi, come il triplice fischio con la Triestina: c’è stato un boato incredibile e lo ricordo come se fosse ieri. Se sento ancora qualcuno di quel Palermo? È nata una bellissima amicizia con Pietro Accardi, che oggi è dirigente dell’Empoli. Gli anni passano, eravamo due ragazzini e adesso siamo entrambi adulti (ride, ndr)».

Quando si pensa alla promozione del Palermo, è inevitabile non ricordare quel concerto al “Renzo Barbera” che vide tra i principali protagonisti te ed i gemelli Filippini. Ci racconti com’è nata l’idea di quel concerto?

«È nato tutto per divertimento. Emanuele ed Antonio Filippini suonavano per passione, ma lo facevano in un certo modo, erano dei professionisti del settore (ride, ndr). Io invece ero solo un ragazzino preso dall’euforia, mi hanno proposto di fare due canzoni e ho detto “Ma sì dai!”. A me la musica è sempre piaciuta. Ho buttato lì una canzone che neanche ricordo, ci siamo divertiti ed è stato un bel modo di festeggiare. Penso che Emanuele e Antonio suonino ancora, erano davvero bravi».

Tornando al presente, il presidente Maurizio Zamparini è in trattativa per la cessione del club rosanero ad una cordata cinese. Qual è il tuo pensiero al riguardo?

«Zamparini è un uomo di calcio, non so di preciso i dettagli sulla trattativa. Quando c’ero io era un presidente vicino a noi giocatori. Ricordo che costruì un’ottima squadra, dando la giusta serenità per lavorare bene. Non ha mai fatto mancare nulla. Poi che sia un po’ particolare è sotto gli occhi di tutti, ma è uno che ne capisce e la sa lunga. È un imprenditore molto in gamba e molto capace, ci sa fare con le trattative. Ai miei tempi fece uno squadrone e si è anche comportato bene perché ci fu solo un esonero, quello di Baldini (ride, ndr). Facemmo anche 83 punti quell’anno, quindi era difficile mandare via qualcun altro. Poi è chiaro che lui è il presidente, è uno sanguigno ma è lui che tira fuori i soldi e prende le decisioni. Talvolta possono essere discutibili, ma fa parte del personaggio».

A Palermo ormai sembra essere venuto meno l’entusiasmo…

«Sì ed è la cosa che mi dispiace di più. Quando mi capita di seguire il Palermo in televisione, vedo il “Barbera” vuoto. Invece quando c’ero io ricordo che il lunedì era subito corsa al biglietto ed era impossibile trovare un posto. Era bellissimo vedere lo stadio strapieno, ci dava una carica pazzesca. Era davvero travolgente e mi dispiace molto vedere che oggi quell’entusiasmo si è perso».

Pensi che un’eventuale cessione della società possa riportare quell’entusiasmo dei tuoi tempi?

«È possibile. Negli ultimi anni il Palermo è retrocesso ma è risalito subito. Zamparini ha regalato tante soddisfazioni nel corso della sua presidenza e ci può stare che i tifosi vogliano sempre di più. Credo che dei nuovi arrivi e delle nuove risorse possano far sì che i rosanero tornino a lottare per un posto in Europa League e magari potrebbe tornare l’entusiasmo. Ripeto, rimane il rammarico di vedere uno stadio, non dico vuoto, ma semi vuoto. Spero che i tifosi possano tornare presto allo stadio. Perché è giusto sostenere i giocatori, possono dare una grossa mano».

In chiusura, lunedì sera il Palermo festeggerà contro il Torino la 1000^ gara in serie A. Che augurio vuoi fare al Palermo ed ai tuoi ex tifosi?

«È un traguardo importante, ma più che per queste 1000 partite spero che in generale i tifosi si riavvicinino al Palermo. Questo è il mio augurio per gli attuali giocatori rosanero: che possano vivere quello che ho vissuto io quando giocavo a Palermo. La cosa principale è che torni l’entusiasmo».