Escl. Budan (integrale): «Palermo-Parma sfida tra squadre di serie A. Per il portiere non ho dubbi. I miei ricordi in rosanero»

L’ex attaccante rosanero Igor Budan, intervistato in esclusiva da Ilovepalermocalcio.com, ha parlato della sfida che domenica vedrà di fronte due sue ex squadre come Palermo e Parma, dei suoi ricordi legati all’esperienza in rosanero, del suo rapporto con Zamparini e di molto altro. Queste le sue dichiarazioni:

Domenica ci sarà Palermo-Parma. Che tipo di gara pensi possa essere?

«Sicuramente sarà una gara che da tradizione vedrà di fronte due club da serie A. Io le ho vissute entrambe in massima serie, perciò per me rimangono a quel livello lì. Soprattutto anche come blasone e tradizione. Quando si affrontano questi due club tutti hanno un po’ di tensione in più rispetto a quando giochi con club che negli ultimi decenni hanno fatto tanta B o tanta C. Sono due rose che hanno l’obiettivo di tornare nella massima serie, soprattutto per il Palermo come detto dal presidente. Il Parma invece dopo il fallimento e le due promozioni vorrebbe continuare entrando almeno nei play-off cercando di raggiungere la serie A. Sarà una gara molto interessante. Palermo avrà voglia di dare continuità ai risultati positivi e il Parma cercherà di avvicinarsi alla vetta».

Questa sfida per il Palermo arriva nel momento sbagliato perché Tedino dovrà fare a meno di ben sette calciatori che saranno impegnati con le rispettive Nazionali. Secondo te rinviare le gare sarebbe stato giusto?

«Purtroppo secondo me no. In questa maniera si darebbero alibi alle altre squadre. Se hai giocatori da Nazionale in serie B sei limitato, così come successo a noi con Lafferty che doveva affrontare le partite con la propria Nazionale. Quando ti mancano giocatori titolari o di spessore è un grande peso e una grande mancanza, però purtroppo si devono cambiare regole facendo fermare la serie B come la serie A. Spostare solo due partite scombussola i calendari e non ha senso. Le regole non sono adatte. Se ti mancano i più decisivi o i più importanti non è positivo, però devi metterlo in conto all’inizio delle stagione. Questo può dar fastidio».

Il Parma, almeno sulla carta sembra una corazzata, però sta avendo qualche difficoltà. A cosa pensi siano dovute?

«Penso che cambiando la categoria il salto si sente. In squadra ci sono giocatori nuovi che hanno bisogno di tempo per adeguarsi al gioco e per ambientarsi, anche se quello a Parma è molto semplice perché è un posto dove si sta più che bene. Bisogna capire se hanno la forza per affrontare questa serie B e dar fastidio dall’inizio o se hanno bisogno di tempo per poter dire la loro. Li ho visti contro l’Empoli, con la quale mancava qualche giocatore, ma penso che abbiano i valori per entrare nei play-off, ma ancora è presto poter dire dove arriveranno».

Domenica mancherà Nestorovski. Pensi che La Gumina sia in grado di sostituirlo?

«Questi giovani dei quali si parla molto da diverse stagioni non hanno ancora espresso niente. Devono essere consapevoli che queste sono le loro occasioni. Non dico che se dovesse far bene giocherà lui e non Nestorovski, però darebbe una possibilità in più al mister che sarebbe ben felice di sapere che può contare anche su di lui».

In porta toccherà a Pomini che contro il Brescia ha risposto più che positivamente. Una prestazione positiva da parte sua potrebbe far cambiare idea a Tedino sul posto da titolare?

«Il portiere è un ruolo delicato e particolare. Per cambiare il portiere devi veramente far male. Il portiere è anche un punto di riferimento per la squadra. Quando hai delle incertezze su quel ruolo non fa bene al gruppo. Si deve sapere chi è il numero uno e progettare il campionato in quel modo. Io ricordo che Ujkani in B prese il posto di Sorrentino che al ritorno dall’infortunio tornò in porta regolarmente».

Quando vedi questo Palermo che rispetto al tuo è diverso. Cosa pensi?

«Sono cambiati sicuramente gli interpreti. I giocatori che erano in quella squadra sono andati tutti in grandi squadre o quelli che sono venuti sono passati da grandi club. Adesso il Palermo è più giovane, ha un budget diverso. Una volta arrivavano giocatori da grandi club, ora arrivano solo low cost, si cercano giocatori in scadenza o che magari hanno fatto male per rilanciarli e si punta sui giovani del settore giovanile. Lavorando in questa maniera gli obiettivi cambiano, ci sono stati anche tanti cambi di allenatori come sempre ma prima c’erano dei progetti. Purtroppo c’è sempre meno pazienza e gli investimenti sono diventati più costosi, basta guardare cosa fanno i grandi club per acquistare dei calciatori che non sono fenomeni. C’è squilibrio tra grandi e piccoli club».

Che rapporti avevi con il presidente Zamparini?

«Da parte mia era un rapporto sincero, onesto e puro sin dal Venezia a quando andai via 3 anni fa. Lui ha creduto in me sempre e mi ha sempre supportato sia durante gli infortuni che durante i brutti periodi familiari. E’ una persona speciale per me. Mi ha permesso di crescere come uomo e come persona. Lui è espansivo ed impulsivo, però mi ha permesso di avere questa importante esperienza in Italia».

Il ricordo più bello e quello più brutto con la maglia rosanero?

«Il più bello è l’anno in cui non siamo andati in Champions League. Quella squadra aveva un gioco, ma anche un entusiasmo importante, ero circondato da giocatori super. Per me questa è stata una cosa unica, anche se ho giocato poco. Era un periodo bello. Ma anche il rapporto con la città e il rispetto che mi hanno sempre dato. Questo non lo dimentico. Quelli brutti sono i tanti infortuni che non mi hanno permesso di far vedere al popolo palermitano cosa ero in grado di fare».