Escl. Tedesco: «Sagramola deve assumersi le responsabilità, non attaccare i giornalisti. Tifosi palermitani…»

Nella serata di ieri l’Ad del Palermo Rinaldo Sagramola, intervistato da “Trm”, ha attaccato gli ex del Palermo che, nel periodo recente, hanno rilasciato dichiarazioni sulla stagione disputata fin qui dalla squadra di viale del Fante, ma anche i giornalisti che, a detta del dirigente, danno notizie che “disturbano l’ambiente e che creano inutile tensione”. “Vorrei che i tifosi ragionassero con spirito critico, sia quando parla il sottoscritto che altri soggetti. Mi chiedo, ma sono tifosi quelli che scrivono e rilanciano queste voci? […] Se uno è un vero tifoso della squadra della sua città –  ha risposto l’AD rispondendo alla domanda sul futuro di Filippi e di Castagnini -, in un momento così delicato, si rifiuterebbe di mettere in discussioni le due figure apicali della prima squadra come allenatore e responsabile dell’area tecnica. Questa mattina l’ex centrocampista Giovanni Tedesco, tramite la propria pagina Facebook, ha voluto rispondere a Sagramola scrivendo: “Sentire oggi parlare di castelli fa quantomeno sorridere se non ci fosse da piangere dopo un campionato del genere. Ma per fortuna i dirigenti e i giocatori passano, quella che rimarrà in eterno è la nostra splendida maglia e chi l’ha amata ed onorata viene comunque ricordato” (CLICCA QUI).

La nostra redazione ha contattato Tedesco, oggi allenatore a Malta, che ha voluto aggiungere dettagli a quanto scritto su Facebook. Queste le sue dichiarazioni:

Tramite il suo profilo Facebook ha voluto rispondere alle dichiarazioni rilasciate da Rinaldo Sagramola, cosa si sente di aggiungere?

«Ho risposto perché mi sono sentito tirato in ballo. Lui (Sagramola, ndr) ha detto che chi sta fuori parla perché vorrebbe entrare nel castello. Io ho parlato, così come Terlizzi. Siamo stati in pochi ad esprimerci sul campionato fallimentare del Palermo. Mi sono sentito di rispondere. A me non ha regalato niente nessuno. Io nel castello vero, che era il Palermo, ci sono entrato a trentatré anni, dopo una vita di sacrifici. Sagramola una telefonata da parte mia per allenare il Palermo non l’ha mai ricevuta. Sagramola ha anche attaccato i giornalisti e la gente. Se uno rilascia un’intervista dove dice che la gente di Palermo deve ragionare con la propria testa… Credo che la gente di Palermo abbia tanti difetti, ma sa valutare le persone, amarle e hanno un cuore grande. Anche questo non mi è piaciuto. Non voglio difendere i giornalisti palermitani, ma io ho avuto la fortuna di stare sei anni all’interno del Palermo e i giornalisti palermitani sono sempre stati corretti, non hanno mai polemizzato, pur avendo i presupposti negli anni passati ma anche in questa stagione. Io non ho mai sentito dire ad un giornalista che il lavoro poteva essere fatto meglio. Questo attacco così non mi è piaciuto».

Sagramola ha parlato di notizie che possono destabilizzare l’ambiente. Lei ha giocato in Serie A in piazze importanti e le notizie, come ben sa, escono ogni giorno. Queste possono realmente destabilizzare la squadra?

«Nel calcio di oggi questi ragionamenti sulle destabilizzazioni non si possono più fare. Gattuso da sei mesi è fuori dal Napoli, Pirlo sta allenando la Juventus, il Bayern Monaco ha un allenatore che a fine stagione andrà via e si conosce già il successore. Di cosa stiamo parlando? Il calcio moderno è questo. Non c’è niente di cui stupirsi. Se viene fuori la notizia dove si parla di Lucca che interessa a società importanti, questo deve essere solo uno stimolo per lui a fare meglio. Si parla del successore di Filippi? Anche per lui deve essere uno stimolo. Non destabilizza niente. Iachini si sta giocando la vita a Firenze, escono ogni giorno voci sui sostituti. Il calcio di oggi è questo. I media fanno il loro lavoro, le notizie escono, fa parte del gioco».

Sagramola ha anche parlato del cambio di progetto a causa del Covid, ma questo ha colpito tutte le società. Secondo lei, può essere la reale motivazione del campionato mediocre da parte del Palermo?

«Su qualcosa ha influito. La tifoseria avrebbe portato qualche punto in più, però se la stagione non è sicuramente colpa del Covid, ma di una programmazione e scelte sbagliate. È più semplice prendersi le proprie responsabilità che attaccare gli altri. Io avrei fatto ammenda, lui invece non l’ha fatto».