Palermo. Edoardo Soleri, il bomber che viene dalla panchina: «Vedo un finale di stagione con grandi possibilità. Ad Avellino come al Barbera!»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta un’intervista ad Edoardo Soleri.

Ecco le sue parole:

«In una squadra con tanti calciatori forti come il Palermo, bisogna utilizzare al massimo il poco tempo che si ha. Tutti vorrebbero giocare dal 1′ ma ci sono le scelte del tecnico da rispettare. Il mio ragionamento è rendermi utile in ogni maniera, anche non giocando. Poi, entrare e fare gol ti fa sentire importante anche se non parti dall’inizio».

Ci vuole prontezza di spirito e di gamba, non a caso molti suoi gol si assomigliano.
«L’ho notato anch’io, servono a chiudere la partita e spesso sono segnati all’interno dell’area piccola. Un attaccante deve sempre pensare in positivo, io cerco di sfruttare il fatto di essere più fresco e veloce».

Lei è alto più di 1,90. Roberto Muzzi nelle giovanili della Roma la paragonava a Luca Toni.
«È un onore ma non so se davvero gli assomiglio. Toni era un mio idolo, io devo lavorare e spero di fare la mia strada».

Che finora, a soli 24 anni, è stata caratterizzata da viaggi continui.
«Le esperienze in Spagna, Olanda e Portogallo mi hanno formato e fatto crescere soprattutto a livello umano. Spesso ero l’unico italiano in quelle squadre, mi sentivo solo e dovevo reagire. Tutto questo bagaglio me lo ritrovo adesso».

Soleri-Brunori, la coppia gol più prolifica del girone.
«23 reti in due, quasi mai giocando assieme dall’inizio. Oscurato da Matteo? Macché, siamo grandi amici, lui sta facendo una super stagione e la competizione porta solo a migliorarci. Io e Brunori andiamo a cena fuori dopo ogni gol e la mattina ci ritroviamo sulla spiaggia di Mondello con i nostri due cani, Gordo e Nina. Che sono amici pure loro».

Palermo 6°, ma in casa avete fatto 4 punti più del Bari. Non vi fa rabbia?
«Tanta, bastava poco per essere più in alto, in molte gare esterne ci ha detto male e meritavamo di più. Ma vedo un finale di stagione con grandi possibilità, arriveremo a giocarci i playoff con delle chance».

Ma fuori dovete migliorare. E domenica si va ad Avellino.
«Il tecnico ci chiede di pensare di essere al Barbera, stiamo preparando la partita proprio così».

Lei è in prestito dal Padova ma il Palermo ha un diritto di riscatto. Avete già parlato di futuro?
«Prima c’è un grande obiettivo da raggiungere e sono concentrato a finire al meglio col Palermo. So che c’è un buon rapporto fra i due club, persino le tifoserie sono gemellate. La città mi ha accolto alla grande, resterei volentieri indipendentemente dalla categoria, qui ci sono tutte le condizioni per puntare in alto. Anche a Padova c’erano grandi pressioni, vincere non è mai facile, a volte ci vuole un pizzico di fortuna oltre al pelo sullo stomaco. Ma la pressione non mi spaventa, anzi».

I calciatori vivono la realtà oltre al calcio.
«Vivo a Mondello con la mia fidanzata Margherita, e proprio qua vicino c’è stata una manifestazione sotto l’ambasciata russa. I calciatori non stanno in una bolla, proviamo una incredibile tristezza: nel 2022 è inconcepibile parlare di guerra per giunta dopo una pandemia».