Coronavirus: ecco a cosa servirà l’autocertificazione a partire dal 18 maggio

Secondo quanto riporta “Notizie.it”, con il decreto 18 maggio, infatti, si riducono di gran lunga i casi in cui bisognerà uscire di casa muniti di questo documento. Come noto, a partire da lunedì – data in cui avrà il via il secondo capitolo della Fase 2 voluta dal Governo Conte per contrastare l’emergenza Coronavirus – sarà possibile effettuare liberamente gli spostamenti all’interno delle Regioni di residenza. Cosa implica ciò? Fino a domenica 17 maggio chiunque volesse uscire da casa dovrebbe avere con sé il modello di autocertificazione. Con l’ultimo aggiornamento – quello di giorno 4 maggio – nel modulo si sono indicati anche i congiunti. Inoltre, l’autocertificazione si è resa necessaria anche per coloro i quali sono usciti dal proprio Comune di residenza per motivi di lavoro o di salute.

Con il decreto 18 maggio, però, cambia tutto. L’autocertificazione non servirà più per uscire di casa (entro la propria Regione). Con il nuovo capitolo della fase 2, infatti, gli spostamenti saranno liberi e si potrà incontrare chiunque senza alcun problema. Da lunedì spazio anche agli amici o semplici conoscenti, non più solo ai congiunti. Ciò comporta che non sarà necessario l’utilizzo dell’autocertificazione. Questo modulo non servirà più neanche per chi dovrà spostarsi per motivi di salute, lavoro o necessità al di fuori del proprio Comune. Si può viaggiare, sprovvisti di questo modulo, entro i confini regionali.

E allora, quali sono i casi in cui bisognerà utilizzare l’autocertificazione? Gli spostamenti in Regioni diverse da quelle di propria residenza o domicilio saranno vietati fino al 3 giugno, come stabilito dal Decreto 18 maggio. Significa, dunque, che per uscire dai confini regionali bisognerà avere un valido motivo. E le casistiche sono sempre le stesse: rientro presso la propria residenza/domicilio o abitazione; motivi di lavoro, di salute, necessità o assoluta urgenza.