Dopo l’introduzione del Var, si discute di un’altra modifica regolamentare. Sì al tempo effettivo. Infantino apre la strada

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla questione Var e una nuova modifica al regolamento.

Gli auguri di guarigione a Sinisa e Van Gaal («La pandemia ce lo ha insegnato: niente conta più della salute»), l’Olimpico intitolato a Paolo Rossi («Non capisco cosa si stia aspettando»), il mondialismo orientato («Il calcio è di tutti» il suo slogan reiterato; dunque anche del Qatar, passato riccamente avanti alla fila però), il tributo ad Artemio Franchi, straordinario dirigente, comunque fiero della centralità Uefa (motivo dello scontro attuale tra Fifa e Ceferin), la necessità di riforme sui vivai e sulla formazione come risposte alle lacrime per la mancata qualificazione azzurra bis, senza alcuna possibilità di ripescaggio («Siamo seri, grazie…»). Questo è quello che Gianni Infantino, sorvolando sulle brutture attuali del mondo, ha avuto da dirci, arrivando “leggero” ieri a Firenze («Hanno vinto la Fiorentina e la mia Inter, ha perso la Juve: giornata ideale per essere qui»), ospite d’onore nel Salone dei Cinquecento, invitato dal presidente della Lega Pro, Ghirelli, motore delle straordinarie celebrazioni franchiane, per i cento anni della nascita.

E non è a noi che Infantino ha potuto spiegare quale Mondiale ha in testa sul piano tecnico per il semplice motivo che l’Italia in Qatar non ci sarà, così come non era in Russia, nel suo primo torneo iridato da numero uno della Fifa, quello dell’introduzione del Var. E dunque, a Doha, qualche giorno fa, quando ha incontrato i commissari tecnici dei Paesi qualificati, insieme al presidente della Commissione arbitrale, Pierluigi Collina (anche lui in Palazzo Vecchio), ha introdotto ufficialmente una questione che gli sta particolarmente a cuore, che si aggiunge a quella del fuorigioco automatico: ovvero il tempo effettivo di gioco (declinato, come vedremo, in minuti di recupero). Tema già reso pubblico, anche nel nostro Paese, a inizio anno, quando ancora gli azzurri coltivavano la speranza di vincere il doppio play off di fine marzo.

TEMPI. Del resto, all’evento fiorentino, presenziato da molti ex presidenti federali (Matarrese, Abete, Tavecchio), rispetto al programma iniziale, mancavano Gravina e Mancini (che hanno inviato un video messaggio, come Carraro), il primo in questo momento a Londra per organizzare la Finalissima contro l’Argentina del prossimo 1 giugno. In Fifa intanto si lavora per cercare di proporre un Mondiale il più funzionale possibile sul piano dello spettacolo (televisivo), senza tempi morti o “scorciatoie”. Si paga per 90′ non per i 50 scarsi della realtà, il senso del ragionamento. In questo quadro sono due come detto le direttrici. Partiamo dalla questione tempo effettivo. E’ un cavallo di battaglia di Infantino, per la cui introduzione però serve una modifica regolamentare da parte dell’Ifab. E allora la strada pratica è quella del recupero.