Di chi siamo? Continua il caos in casa Palermo e probabilmente oggi la situazione è più buia che mai. Il day after Palermo-Foggia è ancora una volta marchiato a fuoco dalle vicende societarie e a Palermo non si riesce più a parlare di calcio. Forse giusto il tempo della partita. 90’ più recupero di sport e poi via agli ennesimi problemi portati dalla cessione del club di viale di Fante a quel gruppo inglese che oggi non c’è più. Ma andiamo con ordine.

A “distogliere” l’attenzione da Palermo-Foggia, gara per altro ben giocata dai rosanero che avrebbero meritato la vittoria, ci ha pensato in mixed zone Giuseppe Bellusci. Lo sfogo in lacrime del difensore del Palermo ha decisamente rubato la scena ad ogni commento sulla partita da poco andata in scena allo stadio “Renzo Barbera”. Parole dettate dal cuore. Parole da capitano vero, perché se ce l’hai nel sangue non serve avere una fascia al braccio. Parole che ancora oggi rimbombano nelle orecchie di chi ieri sera le ha sentite da vicino.

Gli occhi lucidi ed il labbro tremolante di Bellusci sono la cornice del momento più buio che il Palermo sta attraversando negli ultimi anni. Un discorso da brividi, toccante e commovente: «Non abbiamo garanzie di nessun tipo da nessuno. Siamo soli – ha detto Bellusci con la voce rotta dal pianto – ci dovete aiutare. Non ci abbandonate. Che futuro c’è? Di chi siamo?».

Di chi siamo? Ci piacerebbe davvero tanto poter rispondere a questa domanda, ma il fatto che venga proprio da un calciatore del Palermo, è il termometro di quanto sta accadendo in questi giorni in casa rosanero. Nessuno ha garanzie, nessuno sa quale futuro l’attende. Ciononostante gli uomini di Roberto Stellone continuano a dar tutto in campo con professionalità, perché chi ha visto Palermo-Foggia sa che chi è sceso ieri sul difficile campo dello stadio “Renzo Barbera” ha dato davvero tutto, ma evidentemente il match contro i rossoneri era uno di quelli che non si dovevano vincere. Uno di quelli dove la palla non entra neanche se la lanci con le mani. A porta vuota.

Ed è proprio da qui che nasce lo sfogo di Bellusci, che a quei fischi provenienti dalla tribuna a fine partita non ci sta proprio. In quella stessa tribuna, qualche metro più avanti, durante Palermo-Foggia c’era l’ad rosanero Emanuele Facile. L’uomo che adesso praticamente si ritrova in mano il Palermo. Anche se forse in realtà l’ha sempre avuto, considerato che lo stesso Clive Richardson (già prima di dimettersi) aveva puntualizzato come il suo ruolo non fosse esecutivo e che tutto era nelle mani del socio di Maurizio Belli a Financial Innovations.

Il day after Palermo-Foggia racconta della “Brexit” degli inglesi, ma non si sa ancora di chi siamo.