Dall’ok della FIGC al no della Serie A, i club contro il protocollo sulla ripresa. Oggi incontro decisivo Lega-FIGC-Governo

Nella serata di ieri è scoppiato il caos intorno alla ripartenza della Serie A e La Gazzetta dello Sport di questa mattina parla di “prova di forza” dei club nei confronti del protocollo. Inter, Milan, Napoli, società grosse. E anche Atalanta, Sampdoria, Genoa, Cagliari e Verona fra quelle venute allo scoperto (sotto sotto dovrebbero essere di più), hanno detto chiaramente che così non solo non può ripartire il campionato, ma diventa inutile anche ricominciare la preparazione collettiva di lunedì prossimo. Oggetto di discussione è il famoso protocollo che sarebbe troppo restrittivo e per molti versi inattuabile e quindi inaccettabile. Marotta, ad dell’Inter: “O cambia il protocollo o non andiamo in ritiro”. Giulini, presidente del Cagliari ribadisce: “Tutti i club sono concordi nell’attuare delle modifiche al protocollo”. Nella giornata di oggi ci sarà un nuovo vertice tra la Lega, la FIGC e i Ministeri per cercare di arrivare a una soluzione sullo stesso protocollo, con le società che hanno chiesto tre modifiche importanti: niente quarantena di gruppo in caso di positività, abolizione dei ritiri e no alla responsabilità penale dei medici.

In sostanza le cose assolutamente da cambiare sarebbero tre.

1) I ritiri lunghi

2) I tamponi

3) Il ritorno in quarantena di tutta la squadra in caso di nuovo contagiato

Non piace quasi a nessuno (neppure ai calciatori), il maxi ritiro di almeno due settimane, la campana di vetro che dovrebbe garantire di isolare tutto il gruppo, giocatori e staff, esaminarlo, controllarlo e sterilizzarlo. Tantissime società poi non hanno un centro sportivo con la foresteria, dovrebbero affittare un intero albergo con spostamenti in autobus da e per gli allenamenti e l’inevitabile contatto con personale alberghiero. Al di là dei costi (il gruppo è in media di una sessantina di persone), in questo modo non può essere garantita l’asetticità completa. Che si fanno tamponi anche ai camerieri e al personale? Agli autisti? Ma non si possono certamente isolare dalle loro famiglie anche tutte queste persone, rendendo inutile le precauzioni e alzando il rischio.

Per quanto riguarda i tamponi diverse società non hanno la possibilità di far controllare il gruppo a tappeto e continuativamente, di questi tempi è difficile reperire centri diagnostici privati in grado di mettersi a disposizione per analisi continue con risposte rapide. E anche i costi sono notevoli.

Terzo punto chiave è il discorso dell’eventuale nuovo contagiato che fermerebbe e manderebbe in quarantena tutta la squadra. Il rischio di fermare nuovamente una stagione appena ripartita è altissimo. Su questo sono tutti d’accordo.

Se il Comitato tecnico scientifico consentirà di addolcire il protocollo lo dovrà fare entro oggi e saremmo sorpresi. È cambiato qualcosa in pochi giorni dal punto di vista del rischio contagio? Se sì, ben venga un nuovo protocollo. Se no, non si possono fare favori al calcio. L’ennesimo braccio di ferro.