Curva nord spezzata, deserta, ridicola: questo è il Palermo che meritate, autoesoneratevi

E’ una sconfitta disastrosa quella subita oggi dal Palermo per mano dell’Alessandria, squadra di Lega Pro venuta a giocare nel capoluogo siciliano come una capolista della massima serie. Una sconfitta disastrosa non tanto per la differenza di due categorie tra i rosa e i grigi, ma per come l’undici di Ballardini è sceso in campo: ancora una volta è sembrato un gruppo svogliato, spento, privo di motivazioni. Per fortuna sugli spalti è tutto un altro spettacolo…

Ovviamente stiamo scherzando. Perché il “Barbera”, ogni giorno, fa un passo sempre più verso la sua distruzione, con la curva nord in prima linea. Ogni settimana è un’esibizione sempre più esilarante. Già contro la Juventus si era assistito ad un “miracolo”: i bianconeri hanno visto trasformare lo stadio nello “Juventus Stadium”. E stavolta no, la colpa non è stata solamente dei tanti juventini presenti ma anche loro, di quella curva, “la curva più bella del mondo” che ormai di bello non ha più nulla. Un’atmosfera così, da brividi, con il tutto esaurito non si era mai avvertita: il silenzio. Sì, perché se su trentamila spettatori a cantare e ad incitare ci si mettono un paio di “gruppetti” (tre per la precisione) da un centinaio di persone ciascuno ed anche meno, è soltanto fiato sprecato.

Ma ormai, a questa curva disunita, a fazioni, ci stiamo facendo tutti l’abitudine purtroppo. E a poco servono le giustificazioni, il sapere i perché e le motivazioni di una tale situazione. A nessuno importano. Andare allo stadio è diventato un incubo: non sai mai cosa ti aspetta, se troverai un’aria tesa e da ecatombe o se troverai un fastidioso baccano. Proprio contro i grigi questo pomeriggio, in uno stadio deserto, è successo questo: quasi per magia il “Barbera” si è mutato nel “Moccagatta” di Alessandria. Un applauso ai tifosi piemontesi, un esempio dal quale quelli rosanero dovrebbero trarre ispirazione. Tamburi a destra e a manca senza un senso e quasi a stordirti, un coro sopra l’altro, una gara tra gruppi organizzati al “chi grida più forte”. E il Palermo? Il Palermo intanto perde e gioca male. A fine gara, dopo un’umiliante eliminazione, arrivano le contestazioni. Zamparini il più bersagliato, i giocatori fischiati. Tutto giusto.

Ma forse, il Palermo che questa tifoseria merita è proprio questo: un Palermo da far ridere, un Palermo senza un’anima. Ormai la curva nord è la curva zimbella d’Italia e di fatti anche l’Alessandria viene a fare da padrona, con tutto il rispetto verso gli avversari. Che curva: spezzata, deserta, soprattutto ridicola. Non merita nient’altro che questo. Forse è il caso di un autoesonero. La speranza, comunque, è che tutto ritorni come ad un tempo. In fondo, il sogno dei palermitani non è quello di vedere gli spalti stracolmi, ma perlomeno di vivere in una curva unita e compatta. La fiducia sull’impegno e sulla volontà da parte di tutta la tifoseria nel far ritornare tutto come ai “bei tempi” persiste e sicuramente sarà così. Ma bisogna sbrigarsi, perché così non si va da nessuna parte.