Corriere dello Sport:”Ascoli cresce, Palermo duro”

“Che ne dite, ci accontentiamo? Ma sì, dai, tanto chi se ne accorge! E così, tra gli sbadigli, Ascoli e Palermo si sono trascinate stancamente sul campo fi no al 93′. Piatto forte (per modo di dire) del pomeriggio, al 5′ st, l’inserimento in area del palermitano Rispoli e la freddezza di Lanni, bravo a restare in piedi fi no al (debole) tiro per poi accartocciarsi e raccogliere l’applauso della sua curva che se l’era vista brutta. Prima e dopo il nulla. Sarà capitato anche a voi di andare in un ristorante, magari costoso, e trovarvi nel piatto un filetto minuscolo con tanta verdura intorno, ebbene questo è l’effetto che ha fatto questa partita: solo contorno. E pensare che il primo quarto d’ora era stato abbastanza promettente, con tutti i ventidue reattivi e pronti a fare fi nta di volerci provare. Ma era solo un eff etto ottico, poi all’illusione ha fatto prontamente seguito la delusione. DURA SENZA NESTOROVSKI Per il Palermo è dura senza il suo bomber, squalificato. Mister Tedino inizialmente aveva fatto una pensata che lasciava presagire qualcosa di meglio, cioè La Gumina unico riferimento centrale con Embalo larghissimo a sinistra per favorire gli inserimenti di Murawski: solo una buona intenzione. L’Ascoli non è mai caduto nella trappola, neanche dopo aver perso per infortunio Bianchi prima della mezz’ora. Bianconeri compatti, organizzati, sempre tutti dietro la linea della palla e pronti ad eventuali ripartenze. Che sono rimaste sempre e solo delle ipotesi abbozzate e mai con un principio di realizzazione. La verità che l’interesse al reperimento di fonti illuminate, fondamento per qualche prospettiva di conclusione verso la porta avversaria, è stato scarso, da parte di entrambi. Nel grigiore, va dato atto al Palermo di essere almeno riuscito ad occupare la metà campo marchigiana per tutto il secondo tempo. Inoltre, l’allenatore rosanero a 20′ dalla fi ne ha tentato il colpo di teatro cambiando, con doppia sostituzione, tutto il suo attacco. Tuttavia, al 39′ st,  la punizione dal limite di Coronado con “telefonata” a Lanni (guarda che tiro lì) era il segnale per pubblico e osservatori che non avrebbero dovuto aspettarsi niente di più. Come magra consolazione, il criterio interpretativo della gara è stato condiviso da tutti i protagonisti: evviva la democrazia”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.